SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La soppressione delle fermate dei treni è vissuta da tutti come un grave danno che ha inevitabilmente ripercussioni per chi lavora, studia e per il turismo locale. Così il sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari, l’assessore ai trasporti Settimio Capriotti e l’associazione “Movimento Pendolari dell’Adriatico” si uniscono nel chiedere a Trenitalia il perchè di questa scelta.

Secondo Luca Abeti, vicepresidente del Movimento «Trenitalia vuole penalizzare importanti centri come San Benedetto, Giulianova e Civitanova in modo da giustificare in futuro la dimissione di tratte interne come quelle di Ascoli–San Benedetto, Giulianova–Teramo e Civitanova–Albacina, che loro chiamano “rami secchi”».

«Trenitalia deve capire – prosegue Abeti – che sui cambi di orario si gioca la vita di oltre 13 milioni di pendolari. Già diverse persone rishciano di perdere il posto di lavoro a causa del posticipo di oltre un’ora dell’attuale ES 9780 per Milano».

Dal canto loro, il sindaco Giovanni Gaspari e l’assessore ai trasporti Settimio Capriotti stanno cercando di far sentire la loro voce direttamente a Trenitalia; venerdì 4 novembre hanno inviato una lettera ufficiale, nella quale fanno presente la disastrosa situazione a cui si sta andando incontro e chiedono per questo il ripristino di almeno alcune fermate nelle prime ore della mattina.

«Numerose proteste – dicono nella lettera – sono già giunte a questa Amministrazione da parte di utenti delle corse ferroviarie e dalle Associazioni di Pendolari, preoccupati dei futuri tagli che non garantirebbero gli attuali livelli di servizio della rete ferroviaria».

Spiegano Gaspari e Capriotti: «Provengono inoltre richieste da parte dei cittadini di San Benedetto di incremento del numero dei collegamenti diretti con le principali città del Sud e del Nord Italia, soprattutto nelle prime ore del mattino, e pertanto si andrebbe a peggiorare una situazione che già attualmente non riesce a rispondere alle esigenze degli utenti della rete ferroviaria».

«La stazione di San Benedetto – ricordano – ha un ruolo cruciale sia per l’utenza che gravita nel territorio sambenedettese, che per quella della zona nord della provincia di Teramo e, come già sottolineato, i tagli penalizzarebbero un numero elevato di viaggiatori».

La mossa di Trenitalia quindi perde sempre più senso se si va a pensare che «con la futura programmazione ferroviaria della Regione Marche, nel Nuovo Piano Regionale del Trasporto Pubblico Locale, è stato individuato nella Stazione ferroviaria di San Benedetto del Tronto, unitamente a quelle di Ancona e Pesaro, uno dei più importanti nodi di interscambio regionale ferro-ferro e ferro-gomma».

«Questa Amministrazione – conlcudono Gaspari e Capriotti – è pronta ad investire proprie risorse, unitamente a finanziamenti previsti in bandi nazionali e regionali, per realizzare opere infrastrutturali atte a migliorare il “nodo di scambio” della stazione ferroviaria, ma l’eventuale mancanza di fermate di treni nazionali vanificherebbe gli sforzi economici ed il ruolo strategico della stessa stazione per uno sviluppo territoriale».
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