GROTTAMMARE – Ha un cuore diviso in quattro colori: bianco e celeste, rosso e blu. Non è il solo, fra i grottammaresi, ma Peppe Verdecchia, memoria storica del calcio biancoceleste e grande appassionato di Samb, forse rappresenta più di ogni altro il “derby” che domenica prossima si disputerà allo stadio “Pirani”.
«Vedevo il Grottammare già da bambino, a 5 o 6 anni, quando giocava nel campetto che si trovava, grosso modo, dove ora sorge l’hotel Marconi» spiega Verdecchia che poi, nel 1955, scoprì l’altro suo grande amore calcistico della vita, la Samb: «Era stata promossa in Serie B e in tanti, da Grottammare, andavamo a vederla al Ballarin. Io ho occupato spesso la gradinata nord».
Storie di un calcio d’altri tempi: «Il campo del Grottammare, che all’epoca si chiamava Robur, fu poi trasferito nella zona dove per un periodo ci sono stati i bidoni dello stock di idrocarburi. Si giocava senza nemmeno una recinzione, o quasi. Il campo veniva chiamato “Kennedy”. Grazie all’opera di Bamonti e successivamente di Diego Scartozzi in primis, io, Peppino Rocchi si è riusciti a far sopravvivere la squadra finché nel 1979 fu costruito il nuovo stadio, sotto la direzione del geometra del Comune Filippo Pirani, primo tifoso della squadra e oltretutto mio zio».
Verdecchia ha seguito anche come giornalista la vecchia Robur e l’epopea del Grottammare di Pignotti, partito dalla Seconda Categoria e arrivato in Serie D (l’anno scorso retrocesso poi in Eccellenza). «Ma la Samb è stata l’altra grande mia passione, scrivevo su Forza Samb e ho partecipato a tantissimi incontri culinari con i calciatori nelle numerose feste organizzate da un giornale storico come Espresso Rossoblu con il quale collaboro tuttora. Ricordo una trasferta nei primi anni 80 con la nave da Napoli a Palermo insieme a Nazzareno Perotti, Giampietro Gaetani, Luigi Grannò e Antonio Merlini. Tempi belli e irripetibili con un giornale che ha tracciato gran parte della storia della mia amata Samb. Per me quello che è avvenuto questa estate, quando la società non si è iscritta ed è precipitata tanto in basso, è stata una cosa che mi ha amareggiato troppo».
E come a lui, a tanti altri grottammaresi.