Per risanare la politica c’è molto da fare oltre che un grande impegno da parte di tutti. Su Riviera Oggi in edicola riportiamo gli stipendi dei consiglieri regionali. Sono alti ma non esagerati. Li definirli addirittura giusti se non si traesse come spesso accade eccessivo profitto da rimborsi spese e costi similari.

Il vero problema è nella mentalità della politica che oggi attrae più come un possibile affare che una missione, come nello spirito degli antichi greci che dettero il via alla forma attuale di governo. Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo.

Del popolo però non è rimasto più nulla se non l’uso che se ne fa (elezioni) e quando si deve citare per giustificare il posto occupato. “Mica mi sono eletto da solo?”, sono soliti dire certi politici. Affermazione, quest’ultima, che oggi, addirittura, non corrisponde più alla verità perché il popolo c’entra poco o niente nelle scelte delle classifiche dei candidati da votare, decisi tra quattro mura… da quattro persone.

Le Primarie? Anche loro scaturiscono da decisioni sui candidati prese a tavolino dalle solite quattro persone nelle solite quattro mura. Qualcosa sta cambiando ma non con la trasparenza necessaria. Lo dimostrano i nomi dei candidati che sono sempre gli stessi. E’ in pratica sparito lo spirito che per poter “dirigere e amministrare  il popolo” servono intelligenza, cultura, carisma, qualità indispensabili che devono accompagnare candidati che hanno fatto dell’onestà, una ragione di vita.

Ora contano altre cose assolutamente non utili per il compito che si dovrà ricoprire e cioè la capacità di entrare nelle case della gente e fargli capire che dal voto potranno trarre benefici per loro stessi, per parenti ed affini. Una capacità (tra virgolette) che diventa poi un’arma micidiale nelle sedi di partito dove contano più i voti che si portano (nel modo descritto) che la statura (vedi le doti di cui scrivevo prima) di chi i voti li porta.

Mi rendo conto che questo mio ragionamento si morde la coda, nel senso che “voto” equivale a “consenso”. Se il popolo lo dà poi non può lamentarsi. E’ vero come è vero anche che la “statura” di molti politici attuali va in qualche modo rialzata. A livello nazionale e locale.