SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se per la maggioranza l’anno e mezzo che mancherebbe (a meno di cadute improvvise) rappresenta il tempo per raccogliere quanto sarebbe stato seminato nei tre anni e mezzo di governo della giunta Gaspari, il consigliere comunale Daniele Primavera di Rifondazione Comunista, passato nel frattempo dalla maggioranza all’opposizione, è di parere opposto.
«Veramente i cittadini ci hanno votato – si noti l’uso della prima persona plurale – Per fare altro. E lo scrivo citando il programma di mandato».
Primavera sottolinea quel che era promesso e che non è stato realizzato. La lista è lunga: «Fare l’associazione dei Comuni (ferma a zero), fare il piano regolatore (idem), fornire nuove aree per l’edilizia popolare (idem), approvare il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico (idem). E poi: parcheggi scambiatori, fermi a zero e anzi a meno uno, perché è stato annullato quello previsto da Martinelli; realizzare la bretella Santa Lucia-Ponterotto (zero: i soldi sono stati dirottati su altre province senza che dal comune si levasse una sola parola tranne la nostra); piste ciclabili, zero chilometri in quattro anni, record negativo assoluto negli ultimi due decenni; nomine non lottizzate (pensate a quelle che sono state fatte: no comment)».
La lista è lunga, avevamo avvertito: «Un bilancio partecipato vero, e non quella farsa ideata per lottizzare asfalti e marciapiedi e prendersi i meriti di ciò che è dovuto, ovvero la manutenzione ordinaria; consiglio comunale dei bambini, ovviamente sparito».
«Viceversa sono stati fatti: un piano di spiaggia indifendibile politicamente e tecnicamente, che non era nel programma di mandato, soltanto per saziare gli appetiti di una parte della maggioranza i cui esponenti con ogni probabilità saranno candidati alle Regionali; nomine esterne incommentabili per meritocrazia, pertinenza, risultati, al punto che Sestri vuole levare alla Multiservizi gli appalti e Gaspari riteneva di doverne sfoltire l’assetto organico; assunzioni e trasferimenti “fiduciari”, per non dire di favore; una riorganizzazione comunale con moltiplicazione dei dirigenti, dimunuzione di qualità e quantità dei risultati, tanto che il comune, oggi, è costretto ad esternalizzare persino i servizi più ordinari (addirittura gli uscieri!), con conseguente decadimento della qualità, dei diritti e della paga dei lavoratori; si sono persi due anni in chiacchiere da bar per il Ballarin; sono stati dispensati centinaia di migliaia di euro di consulenze, per la maggior parte improduttive (urbanistica?); continuano gli atti urbanistici per lo meno dubbi, sui quali il Sindaco non ha fornito alcun tipo di risposta circostanziata ma ha soltanto balbettato (quando lo ha fatto) un “se…forse…può darsi…”; una discarica-cassa di colmata diventata una vera e propria barzelletta».
«Di fronte a questo sfacelo (sono sicuro di tralasciare molto: dovrei ricontrollare il mio nutrito archivio di interventi), anzichè avere il coraggio di fare un passo indietro e mettersi a disposizione di un dialogo ampio, la maggioranza fa quadrato e difende l’indifendibile, nell’evidente tentativo di consegnare alla destra sambenedettese il governo cittadino.
Dopo le provinciali, siamo di fronte a un nuovo evidente suicidio politico. Sbagliando non s’impara» è la conclusione di Primavera.