Questo è un libro che devi leggere. Se sei di San Benedetto, o anche di Ascoli, o comunque vivi o hai vissuto nel Piceno, lo devi leggere per forza.
Questo libro, se sei di San Benedetto, ti renderà orgoglioso di esserlo. Se invece non sei di San Benedetto, ti farà star male, perché invidierai chi ci è nato e vissuto. Come accade, solitamente, nei grandi romanzi.
Questo libro parla della tua città e del suo passato. Gli Anni Settanta e Ottanta. Ma non è un libro provinciale. Anzi.
Questo libro ti fa capire come mai, all’improvviso, quelli come voi si sono ritrovati nel nulla. E perché il nulla continui a crescere ed espandersi in questo presente senza padri.
Questo è un libro di 374 pagine e costa 18,50 euro. Non un centesimo è sprecato. E neppure una riga.
Questo libro, se sei di San Benedetto, o di Ascoli, o comunque vivi o hai vissuto nel Piceno, e se hai un figlio e ancor di più una figlia abbastanza svegli e interessati delle cose del mondo – come si usa dire – lo devi comprare e provare a farglielo leggere.
Questo libro, che si chiama “I giorni della rotonda”, ha per protagonista la storia di San Benedetto, coi giovani che di volta in volta si sono incontrati alla rotonda Giorgini. Leggendolo capirai anche perché ormai alla rotonda non ci si incontri più, praticamente.
Questo libro è probabilmente il miglior libro di narrativa mai scritto su San Benedetto.
In questo libro incontri i marinare de lu Marrocco e Las Palmas, i rivoluzionari di Lotta Continua, le femministe, la storia di Patrizio e Roberto Peci, i neri di Ascoli contro i rossi di San Benedetto. E poi la rivolta del Rodi, il comizio Viccei. Le prime armi e i primi arresti e le prime delusioni e le prime droghe. E infine il cinema Pomponi, il cineforum, il Why Not?, i soldi degli Anni Ottanta della pesca e del turismo, i primi deejay, il look.
Questo libro inizia così: Un caldo e tardo pomeriggio da estate indiana dell’ottobre del 1981, mezza piazza della Rotonda si riversò ad affollare la stazione di San Benedetto del Tronto…
Questo libro ha uno stile che non ha mai cedimenti.
Questo libro è di Silvia Ballestra, grottammarese del 1969, probabilmente il suo miglior libro. Come sempre in Silvia Ballestra c’è un poco dell’amato John Fante (“lo leggevi quando ancora non lo conosceva nessuno”), e un poco dell’altrettanto amato Tondelli: a tratti quello impetuoso di Weekend Postmoderno, altre, più spesso, il Tondelli insuperabile dell’insuperato Camere Separate.
Questo libro ha ogni tanto parole come: che cazz’ jè?, nu marenà autentico, iemoce noi, mo’ ve faccio vede’ io, la vazette, lu marituzz. Sempre adoperate al momento opportuno.
Questo libro ha tre movimenti. Il primo movimento si chiama 1981. Si potrebbe intitolare marenare, Lotta Continua e Brigate Rosse. Il secondo movimento si chiama 1983. Si potrebbe intitolare disimpegno, eroina e liberazione sessuale. Il terzo movimento si chiama 1985. Si potrebbe intitolare amicizia, letteratura e “Anni Ottanta”.
Questo libro ha vie che si chiamano: viale Secondo Moretti, viale De Gasperi, via Pizzi. In questo libro ci sono personaggi principali, secondari o appena citati, che probabilmente conosci, o se non li conosci, li hai sentiti nominare, oppure hai qualche amico più anziano che li conosce.
Questo libro è un gran bel libro perché quando lo finisci – per quanto il tuo cuore possa essersi raffreddato in questi anni così tristi – beh, non puoi che sentirti emozionato appena termini di leggere l’ultima parola.
Questo libro è di parte: la scrittrice sceglie di redimere, con la scrittura, tutti i perdenti: i morti per droga, i ragazzi e le ragazze senza passato, i proletari rivoluzionari rispetto ai borghesi di sinistra o alle femministe intellettuali. E il passato obliato di San Benedetto diviene, con questo libro, mito. Finalmente.
Questo libro ti ha fatto ricordare le scritte sui muri incomprensibili che leggevate da bambini. E anche i ragazzi distrutti che trascorrevano tutto il tempo alla sala giochi della rotonda, e che non capivate perché potessero essere così malridotti. Ne avevate paura.
Questo libro è strano: è un tentativo di ricostruire un periodo oscuro e taciuto. Da parte di chi all’epoca era bambina o ragazzina. Anche Luigi Maria Perotti era appena bambino in quel periodo, eppure ha realizzato il documentario “L’infame e suo fratello”. Anche Emidio Clementi, per altre vie, ha tentato di raccontare quegli anni. Sono i figli che raccontano i padri silenziosi. Ci provano. Senza dimenticare Maria Teresa Antonelli con le sue interviste in Le vie di Armandino: anche lei un’estranea, non per anagrafe stavolta ma per lontananza geografica.
Questo libro racconta la storia collettiva della San Benedetto degli Anni Settanta. Il decennio successivo non permette più storie collettive della stessa portata, né a San Benedetto né altrove.
Questo è un libro dove la vostra città da un certo punto in poi viene chiamata Sambe o direttamente la Samba.
Questo libro termina con l’uso della seconda persona singolare, “tu”, per descrivere la protagonista del terzo movimento: la voce diviene vicina e accorta e tenera come quella che ti aspetteresti da una ragazza di 16 anni.
Questo libro porta con sé alta letteratura, generazionale ma mai retorica, storicizzata ma non sociologica.
Questo libro vi farà dire: grazie Silvia Ballestra.
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Spesso mi capita di pensare quanto sia cambiata San Benedetto da quando ero bambino ad oggi, i luoghi, gli spazi, la gente, i modi di vivere la città, di socializzare, di incontrarsi, e non nego di provare una certa nostalgia! Ho sempre cercato un libro che parlasse di San Benedetto e sinceramente non ho mai trovato niente di più di qualche guida turistica o appunti di qualche politico locale nelle librerie del centro! Spero che Silvia sia riuscita a scrivere un libro che possa scaldare il cuore e non ci faccia scordare di quanto siamo fortunati ad essere nati in… Leggi il resto »
Riscrivo sull'argomento per me luttuoso e devastante, io sono stato l'ultimo e unico familiare e sambeneddettese a vedere Roberto nelle stanze di un istituto romano dopo gli obblighi del caso, era sereno, o almeno a me sembrò. Con Elio e Diego, compagni casuali di quel tragico viaggio, pernottammo in postribolare albergo romano, viaggiammo sulla mia simbolica R4, faceva caldo…..Ma ancora mi chiedo chi lo accompagnò nelle braccia dei carnefici, mi chiedò ancora chi in città armo quelle menti, mi chiedo ancora chi rinnegò come amico e lo lasciò solo, mi chiedo ancora perchè ci si ostina a non scrivere una… Leggi il resto »
La cosa che mi lascia di stucco è aver saputo che SBT è ancora considerata una città "sensibile", a rischio BR.
Caro Emidio, tu quella vicenda, fra le tante vicende di allora, collegate da mille fili, l’hai vissuta drammaticamente e a livello familiare. Io sono stato ai margini di alcune di quelle storie, più da osservatore che da protagonista, più partecipe agli sviluppi musicali, alla nostra colonna sonora di quegli anni che non alle sue battaglie politiche. Ti chiedi quando verrà scritta la storia vera di quegli anni. Un po’ alla volta viene fuori e questo, per me inaspettato, libro della Ballestra – che leggeremo – forse ci darà un elemento in più. Ma è poi così importante? Le cose sono… Leggi il resto »
Dopo aver letto " le vie d' armandino" due anni fa, credo che non mi perderò neanche questo. Da giovane sambenedettese ( ma non di famiglia ) è sempre interessante scavare sul passato della propria città e ascoltare più campane.
Per Gundam: spero che il tuo rimanere di stucco sia un sinonimo di scetticismo, personalmente ho difficoltà a credere a un "ritorno" a livello nazionale, figuriamoci da sbt…
Comprato, letto, davvero eccellente. Per Girolami: non si trova nulla in questo libro che mitizzi le Br, anzi. Quanto alla storia vera di quegli anni l'ha scritta la magistratura, ma naturalmente se Girolami ne sa di più può scrivere lui. La vicenda Peci qui è trattata di striscio, protagonista di tutta la storia è San Benedetto e l'Italia di quegli anni. Su Peci è già stato scritto molto e un buon documentario sulla storia (di Luigi Maria Perotti) è stato trasmesso quest'anno e credo anche proiettato in piazza a SBT, forse Girolami se l'è perso. Io mi associo al giudizio… Leggi il resto »
Effettivamente avevo dimenticato di citare Terry Antonelli, e rimedio ampliando un paragrafo. Me ne scuso con la diretta interessata (l’ho scritto di notte, e qualcosa s’è perso). Ha ragione Andrea Verdini, non c’è alcun tipo di indulgenza verso le Br. Però potrebbe anche aver ragione – o una parte di essa – Emidio Girolami, quando accenna ad un humus sociale propenso verso le Br. Come ricorda l’autrice nello stesso libro, qualche anno dopo, in un cinema di San Benedetto pieno zeppo di adolescenti per vedere “Il Tempo delle Mele”, un’ovazione di approvazione si è levata fra gli spettatori quando uno… Leggi il resto »
Caro Ventura,
purtroppo la madre degli stupidi è sempre incinta, e purtroppo chi mi ha raccontato quelle cose è decisamente attendibile.
Cerca di sfatare le tue difficoltà, perché la Lioce è stata arrestata appena nel 2003.
A chi imberbe, vuol che io veda o che io legga, faccio sapere che io le ho vissute queste amenità. A chi non sa cosa sia la Storia, e che sia il Romanzo, ci sono strumenti semplicissimi, basta informarsi. Io non amo le epopee, tantomeno quella di alcune centinaia di brigatisti infoiati alla ricerca della rivoluzione, della dittatura del proletariato e tante altre truculente forme di lotta. A chi imberbe, e crede alla storia mitologica degli accadimenti , faccio presente che c'è una vastissima letteratura scientifica in tal senso, e quindi si può emancipare. A chi brama di sapere, c'è… Leggi il resto »
A proposito di Fb, ho aperto un gruppo su questo libro. L'indirizzo è http://www.facebook.com/home.php?#/group.php?gid=182181051394&ref=mf
Gundam quello che volevo dire è che gruppi con quella concezione di lotta oggi non potranno mai avere il seguito di allora. Di gruppi "antagonisti" oggi ce ne sono tanti, sicuramente più a destra, ma tanti altri ancora fuori proprio dallo schema dialettico destra- sinistra…ecco perchè credo che quella concezione non tornerà " di moda".
Ventura,
ci vuole coraggio a scrivere "di gruppi antagonisti oggi ce ne sono tanti, sicuramente più a destra", perché a me non sembra affatto così.
L'ho letto anch'io il libro di Silvia, da sambenedettese ormai lontano e ormai solo di ritorno, e l'ho trovato un gran bel libro, ben scritto, ben "sceneggiato" nei suoi tre movimenti: se posso, un gran passo in avanti rispetto ai suoi primi lavori, che non ho amato. Non credo ci siano elementi per fare una storia vera in questo romanzo, il suo scopo è narrare un'epoca, farla riscoprire a chi, come me, in quegli anni era abbastanza ragazzino da non avervi preso parte. Non c'è orgoglio per le radici (quelle personalmente le lascio alla Lega) ma una sana tenerezza per… Leggi il resto »
A chi vuole conoscere di più semplicemente la genesi del fenomeno terroristico può acquistare il numero di novembre de L'EUROPEO, SU I MISTERI DEGLI ANNI DI PIOMBO….
Tutti che parlano di TERRORISMO, BRIGATE ROSSE, ANNI DI PIOMBO e possibili remake, nessuno che sottolinea l'aspetto romantico del libro su quello che San Benedetto è stata a livello proprio di vita per molti di noi.
Gundam ti consiglio vivamente ( è un consiglio ) di fare un' indagine seria in merito e non mi dilungo perchè siamo già off topic come è stato fatto notare da Black.
Questo è quanto riportato nella presentazione: "Se sei di San Benedetto, ti renderà orgoglioso di esserlo. Se invece non sei di San Benedetto, ti farà star male, perché invidierai chi ci è nato e vissuto." Buongiorno a tutti, come prima cosa la mia firma è un nick name, essendo io di certo tra quelli che ha rimosso quanto accaduto in quegli anni, non ponendosi poi come altri ex, tra chi racconta un epopea ne tra chi sente di avere una " memoria storica" degli eventi. Saluto Emidio, che conosco, rispettando appieno i suoi sentimenti ed il dolore che lo ha… Leggi il resto »
Sante, leggo solo ora il tuo racconto sui ricordi del tempo.
Sono molto belli: ti ringrazio.