SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Non c’è futuro senza una politica di rispetto ambientale»: è questo lo slogan che alcuni cittadini e associazioni hanno lanciato per l’appuntamento “Sostenibilità Ambientale Camp“, che si svolgerà sabato 28 novembre all’hotel Villa Corallo (ore 9,30) pe r discutere di tematiche ambientali inerenti la città di San Benedetto e il suo hinterland.
«Un incontro aperto alla partecipazione di tutti, libero, dove qualsiasi cittadino che abbia la voglia di esprimere la sua opinione e condividerla, o soltanto ascoltare, potrà intervenire. Ci proponiamo che questo diventi il primo di una serie di appuntamenti che consenta alla nostra città di crescere e di elaborare un proprio percorso condiviso, indipendentemente dai gruppi politici»: spiega Nazzareno Torquati, tra i promotori dell’iniziativa, che ha già raccolto le adesioni di alcune associazioni come Legambiente, Mare Mosso, Associazione Pescatori Sambenedettesi, Itb Italia, Confindustria Turismo, Associazione Operatori Turistici di Grottammare.
«L’ambiente è diventato un argomento centrale delle politiche economiche e sociali sia delle associazioni pubbliche che delle attività produttive che nell’impegno per lo sviluppo sostenibile vedono non solo un valore etico e morale ma anche una importante strategia di gestione sociale e aziendale» scrivono nella brochure di invito al “Camp”.
Torquati fa un’analisi storica e ambientale della città di San Benedetto: «Avevamo iniziato questo discorso con Agenda 21, nel 2000, e anche con il buon impegno dell’assessore Latini, però questo discorso si è fermato. Ci sono troppi aspetti che vanno approfonditi: è possibile continuare con i piani regolatori comunali, quando tra San Benedetto e i comuni confinanti non c’è soluzione di continuità urbanistica? Da anni puntiamo sul turismo come ambiente e quiete, ma non possiamo continuare a tappare i buchi e lasciare addirittura ai nostri figli una città peggiore di quella che abbiamo trovato noi. C’è poco da inventare: abbiamo tre vie di collegamento nazionale che ci attraversano – la Statale, l’A14, la Ferrovia – non possiamo creare altre strutture di appesantimento. Se pensiamo al nostro mare, un tempo ricco di telline bianche e rossei, cannelli, cavallucci marini: cosa è rimasto ora? Nulla. E non possiamo fare turismo e accoglienza in un ambiente deserto. Mentre la sabbia, adesso, viene portata con spese enormi di centinaia di migliaia di euro che poi ci bruciamo letteralmente alla prima mareggiata. Alla foce del Tesino a Grottammare, cosa sta succedendo?».
Secondo Torquati «le nostre vongole al momento hanno problemi di escherichia coli, che non attecchisce solo in caso di inquinamento ma sono anche un sintomo di una malattia che potrebbe già averle colpite». Sempre l’ex assessore della giunta Perazzoli prosegue: «Non possiamo rischiare di andare oltre, abbiamo limiti di spazio nella nostra spiaggia, nella densità della popolazione, nei servizi urbanistici. E’ assurdo aumentare le cubature delle strutture ricettive del 35%, quando non ci sono servizi a sostegno. La città ha il diritto di sapere e non possiamo più delegare questa forma di resistenza a un partito, come quello dei Verdi, che non sta manifestando la capacità organizzativa necessaria per difendere questi interessi». Sempre Torquati precisa che «non ci sono intendimenti politici: siamo aperti a tutti e alla crescita della cultura cittadina in tutte le sue forme».
Marco Calvaresi di Confindustria Turismo aggiunge che «anche per noi imprenditore del settore preservare la qualità ambientale è un dovere che è alla base della nostra stessa attività economica. Dovremmo spingerci sempre di più verso questo tipo di gestione e invito oltretutto, se per le vecchie strutture possono esserci difficoltà ad adeguarsi agli standard e occorre del tempo, di prevederli e anzi imporli in partenza per le nuove costruzioni, specie quelle ricettive turistiche. Servirebbe un vero e proprio decalogo di impegni per l’operatore turistico a livello ambientale, anche perché per l’intero territorio Piceno, se non spingiamo sull’acceleratore per quanto riguarda turismo, tipicità e qualità della vita, non vedo un grande futuro. Dobbiamo batterci anche per l’abbattimento delle polveri sottili, un problema che mal si concilia con l’ambiente e il turismo».
Giuseppe Ricci, presidente Itb Italia, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Da sempre siamo all’avanguardia in questo settore e vorremmo anzi ottenere dei miglioramenti per essere al passo coi tempi rispetto i servizi e l’accoglienza. L’ambiente è alla base del nostro lavoro e mai più vorremmo vedere cartelli come “divieto di balneazione” piantati durante l’estate a causa dell’incuria precedente. Dobbiamo avere idee nuove, come le scogliere soffolte che, oltre alla protezione dell’arenile, garantiscono anche una migliore qualità delle acque prossime alla battigia e una diversificazione delle attività ricreative in spiaggia, grazie ad una barriera di scogli che attrarrebbero biodiversità marina di sicuro interesse. Noi, inveci, siamo fermi alla discarica in mare…» E quindi esorta: «Sono tante le cose che servono: perché non facciamo una lista delle priorità e delle spese possibili?»