SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un bicchierino di troppo? Sì, ma di sciroppo, secondo lei. Rina B., cittadina italiana, è finita in tribunale a causa di “eccessiva” sicurezza alla guida e uno stato d’ebbrezza che superava i limiti consentiti dalla legge, ma che lei giustifica essere causati dallo sciroppo per la tosse. Non contenta della sentenza del Giudice di Pace (che l’ha condannata per il reato), ha tentato di spiegare la sua posizione nelle aule del Palazzo di Giustizia; che la mattina del 3 novembre 2008 è stata vittima di un equivoco causato da un banale sciroppo. Il giudice – è il caso di dirlo – non l’ha bevuta e ha disposto l’immediato ritiro della patente per un anno.

Erano circa le sei del mattino del 3 novembre 2008 quando la volante della polizia di San Benedetto del Tronto si accorse delle numerose irregolarità che un mezzo a fari spenti stava compiendo lungo il tratto di via Mare a Porto d’Ascoli.

«Superava un semaforo con il rosso e imboccava una strada nel senso contrario» ha dichiarato l’agente di polizia al giudice Filippello. In seguito è stata sottoposta a 3 misurazione di alcol test e nonostante la donna si dichiarasse sobria il risultato fu positivo: 0,90.

La mattina stessa Rina B. presa dal panico chiamò il suo fidanzato per chiedere aiuto ed oggi lo ha invitato nuovamente in aula a testimoniare a suo favore. Lui, nel frattempo divenuto “ex”, la racconta così: «La mia ex fidanza non assunse alcuna sostanza alcolica durante il nostro incontro».

Riferisce di una cena in un pub e di una discussione che si è prolungata in macchina, poi per telefono e infine terminata alle cinque del mattino circa in un bar. « Era particolarmente agitata e nervosa a causa dei nostri litigi».

Dopo l’ultimo incontro la donna prese la sua auto e partì. Successivamente la polizia la fermò alle 6 di mattino circa per notificare le infrazioni e lo stato d’ebbrezza. La donna si difese attribuendo le colpe allo sciroppo per curare la sua tosse cronica e per tali ragioni si lamentò in maniera nervosa e agitata nei confronti delle autorità.

Il giudice Filippello viste le accuse e probabilmente non credendole, non ha accolto le richieste della donna e l’ha condannata al ritiro della patente per un anno più le spese processuali.