In un suo recentissimo libro J. Attali, eminente economista, filosofo e storico, nonché consigliere economico di F. Mitterrand, si chiede come si sia arrivati ad una crisi planetaria di queste dimensioni e così sproporzionata e quali siano le prospettive e i rimedi che governi di un mondo globalizzato come il nostro devono adottare perché questa non succeda ancora.
Si domanda anche perché si è arrivati a questo punto, quando sembrava che la crescita economica del pianeta procedeva speditamente e con prospettive di consolidamento e di durata in tutti gli angoli della terra?
La prima osservazione che fa è che la crisi è figlia dell’incapacità della società americana ( consumatore globale) di dare salari accettabili alle classi medie spingendole di fatto ad indebitarsi per finanziare l’acquisto della casa, causando così una crescita del valore dei patrimoni e della produzione.
In questo contesto le istituzioni finanziarie, con la loro nuova struttura ( li chiama “ iniziati “ i brokers rampanti e i matematici puri ), assetate sempre da maggior profitto, hanno creato e si sono attribuite la maggior parte della ricchezza prodotta, con un controllo insufficiente e poco efficace delle banche centrali, governi e istituzioni internazionali preposte.
Queste istituzioni, senza aver corso alcun pericolo e massimizzando i guadagni perché trasformava i crediti in cartolarizzazioni o copriva i rischi con meccanismi pseudo-assicurativi molto complessi, trasferiva di fatto i rischi verso altre banche, istituzioni finanziarie, investitori inconsapevoli e mutuatari.
Poi, quando tutti si rendono conto che questo meccanismo perverso ha assunto dimensioni inimmaginabili e incontrollabili, vengono presi dal panico e cercano velocemente di sbarazzarsi di quel colossale debito fatto di titoli fasulli, mentre quelli ( gli “iniziati” ) che hanno ideato e creato questo meccanismo perverso, si affrettano ad arraffare tutto quello che possono ancora rubare.
Le banche e gli istituti finanziari di conseguenza, preoccupati di ciò che di “ tossico “ si può trovare nei loro conti, bloccano il credito anche a molte aziende sane, strozzandole e in molti casi facendole fallire; non si fidano più nemmeno fra loro, i mercati interbancari ( prestiti fra banche ) si fermano.
Il sistema finanziario mondiale allora sfiora il crollo per mancanza di liquidità ( 3 ottobre 2008 ) e la paura di 2, 5 o addirittura 10 anni di depressione ( il tempo necessario per ridurre a zero il debito prodotto dai paesi occidentali) diventa realistica.
L’indebitamento cresce e diventa intollerabile; panico, perdita di fiducia, fuga da qualsiasi debito e disoccupazione (che è stato alla fine trasferito completamente sulle spalle dei contribuenti) sono i nuovi parametri di questa infausta stagione.
Per evitare che questo succeda ancora Attali propone di riequilibrare il potere dei mercati mondiali attraverso il riequilibrio della democrazia che deve salvaguardare l’interesse di tutti.
Uno stato di diritto deve quindi garantire il diritto alla proprietà, il mantenimento della concorrenza, salari accettabili, ripartizione dei redditi e dei patrimoni ( secondo le capacità individuali), altrimenti, come si è visto negli USA negli ultimi 20 anni, ci sarà una domanda alimentata dall’indebitamento dei lavoratori dipendenti, garantito dai beni acquistati con lo stesso debito e creando grandi rendite finanziarie legali, extra-legali, illegali o criminali.
Questi sono tutti i pericoli di una globalizzazione anarchica e sprecona ed è venuto il momento di rendersi conto che questa crisi può rappresentare un’opportunità, che con i mezzi umani, finanziari e tecnologici, l’informazione economica e finanziaria sarà accessibile a tutti e nello stesso momento si potrà compiere un reale controllo dei rischi e delle esigenze di liquidità.
Se verrà fatta una revisione dei sistemi di retribuzione, una separazione fra attività dei mercati finanziari e bancari ( con l’obbligo per ognuno di accollarsi parte dei rischi ), se le infrastrutture e le grandi opere verranno progettate e realizzate in modo ecologicamente duraturo, se si prenderà coscienza della necessità di realizzare un giorno una socializzazione della maggior parte delle funzioni monetarie, l’accesso per tutti alla conoscenza, una domanda mondiale stabile, un salario minimo garantito, uno stato di diritto e un governo mondiale, forse ci sarà qualche speranza.