ALBA ADRIATICA – Emanuele Fadani non c’è più, e nulla potrà riportarlo indietro. Ma Alba, dopo l’omicidio avvenuto a seguito di un pestaggio tra la notte del 10 e 11 novembre, prova a reagire. Per ora, intanto, sono sottoposti ad interrogatorio due dei tre giovani che avrebbero partecipato all’aggressione costata la vita al 37enne commerciante di macchine per videogiochi, che ha avuto la sfortuna di trovarsi, casualmente, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Fadani, infatti, era in procinto proprio in quelle ore di partire alla volta di Imola, dove avrebbe visitato assieme ad un collega una fiera del settore. Purtroppo, per cause ancora da accertare, tra Fadani e gli aggressori è accaduto qualcosa che non doveva succedere, e così l’uomo ha trovato la morte davanti al noto pub Black Out, in viale Mazzini, la principale via di Alba.

Lascia così nella disperazione la moglie Ilaria e una figlia di 6 anni, oltre che la famiglia di origine. Suo fratello, per amara coincidenza, vive proprio sopra il Black Out.
I due giovani che sono al momento indagati si chiamano Sante Spinelli di 23 anni e Danilo Levakovic, di 20 anni, e al momento in cui scriviamo si trovano ancora presso la Caserma dei Carabinieri di Alba. In mattinata sono stati interrogati dal sostituto procuratore di Teramo Roberta D’Avolio. Entrambi, in base alle prime voci che circolano fuori dalla Caserma, starebbero professando però la loro innocenza. Il terzo rom presente al momento dei fatti al momento è irreperibile e sembra che i due stiano accusando proprio lui. Spinelli e Levakovic sono difesi dall’avvocato Pier Giuseppe Sgura di Giulianova, che, uscito dalla caserma, ha specificato che i suoi assistiti non sono ufficialmente in stato di fermo in quanto si sono presentati volontariamente dalle autorità ma risultano indagati con l’accusa di concorso in omicidio volontario. Al momento sembra difficile che vengano rilasciati. La mamma di uno dei due ragazzi, la signora Clelia Spinelli, ha negato che i due ragazzi presentatisi in caserma abbiano partecipato al pestaggio, anche se ammette che erano presenti e che erano in stato alterato per via dell’alcool; anche la signora afferma che sarebbero stati altri (o un altro) a macchiarsi dell’omicidio.

I familiari dei due giovani hanno nominato un perito di parte che assisterà all’autopsia di Fadani da eseguire giovedì nell’ospedale di Giulianova alle ore 15.

L’assessore alla Sicurezza Sociale del Comune di Alba Cesare Di Felice commenta l’accaduto con parole dure: «Provo sgomento, rabbia e incredulità. Certo, abbiamo dei problemi con la comunità rom di Alba, perché non rispettano le regole della convivenza civile. In passato abbiamo tentato di tendere una mano per farli sentire parte della città, ma abbiamo da loro registrato soltanto episodi negativi. Non è la prima volta che avviene una cosa del genere anche se, fino a questa estate con la morte del povero De Meo a Martinsicuro, il peggio era stato evitato». Al momento i funerali di Emanuele Fadani non sono stati fissati ma, aggiunge l’assessore, quel giorno sarà proclamato il lutto cittadino. «Sono un po’ stanco di questa situazione e del modo in cui funziona la giustizia italiana – aggiunge l’assessore – qui stiamo parlando di una comunità rom che per la metà ha precedenti penali accertati, tuttavia pur se continuano a delinquere ogni volta che vengono arrestati poi sono rimessi subito in libertà».
C’è comunque tensione in città – è inevitabile – e testimonianza di ciò sarà una manifestazione autoconvocata dagli amici di Fadani per le ore 18,30 in Piazza del Popolo, dove dovrebbero essere prese delle decisioni su come manifestare il proprio sdegno per una vita inutilmente spezzata. Per ora, davanti la Caserma dei Carabinieri dove si stanno interrogando i due rom, sono stati posati alcuni striscioni e in uno di questi c’è scritto: «Basta, il prossimo potresti essere tu».Gli striscioni sono stati fatti rimuovere dopo alcuni minuti. Per sabato è prevista una fiaccolata, anche se ancora non è stata decisa l’ora.