ASCOLI PICENO – Rispedito al mittente. I lavoratori della Manuli hanno bocciato mercoledì mattina, 11 novembre, il Piano aziendale presesentato dai vertici della multinazionale della gomma sottoscritto nei giorni scorsi da sindacati confederali e istituzioni, e che prevede il reintegro di 140 operai a fronte dei 237 che dovrebbero rimanere fuori e per i quali sono previsti ammortizzatori sociali per un totale di 3,7 milioni.
Nel corso dell’assemblea, che si è svolta presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, è stato anche duramente aggredito verbalmente il dirigente sindacale della Cisl-settore gomma Colombini, costretto ad uscire scortato dalla Polizia.
Colombini, e con esso tutti i maggiori sindacati, sono stati accusati di non aver tutelato nel migliore dei modi gli interessi dei lavoratori, che chiedevano il ritiro di tutte le procedure di mobilità e il reintegro nell’attività produttiva di tutti gli operai.
«Quantomeno chiedevamo un Piano che guardasse al futuro – spiega Andrea Quaglietti, sindacalista Sdl e rappresntente Rsu – Invece qui non c’ènessuna garanzia neanche per i lavoratori che attualmente rientrerebbero al lavoro. Cosa accadrà l’anno prossimo? O tra due anni, quando nel frattempo alcuni reparti verranno smantellati, impedendo così qualsiasi ipotesi di futura riapertura? Questo i lavoratori lo hanno capito e per questo hanno votato contro».
Il referendum si è svolto per alzata di mano, così come è avvenuto a Bologna e a Milano dove l’azienda ha delle piccole succursali (ma lì i lavoratori hanno approvato il piano), e ha visto la totale bocciatura dell’accordo da parte di tutti i 376 operai della Manuli. Si tratta di un risultato soprendente per certi versi, in pochi si aspettavano che i lavoratori destinati alla riassunzione esprimessero voto contrario. Cosa potrebbe accadere a questo punto? In sostanza, o la Manuli chiude definitivamente, ed in questo caso dovrebbe pagare alcune penali oltre ovviamente ad una congrua buonuscita a tutti i 376 lavoratori, o si riaprirà il tavolo della trattativa per cercare delle soluzioni che possano essere accettate da tutti. Si vedrà nei prossimi giorni.
Intanto i rappresentanti sindacali non risparmiano frecciatine anche alle Istituzioni. «Dopo l’incontro del 27 ottobre non si sono più viste – accusa Quaglietti – non hanno più partecipato ai tavoli di trattaviva. Inoltre, sul documento da loro sottoscritto non c’è nessuna garanzia per i lavoratori. Si parla di impegno alla ricollocazione, ma dove ci mettono? Di concreto non c’è nulla, e devono ancora sistemare tutti gli operai licenziati prima di noi, come ad esempio quelli della Ahlstrom».
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Vorrei fare solo alcune precisazioni: 1. NON c'erano i 376 dipendenti di Manuli alla riunione, ma un numero difficilmente definibile essendosi infiltrate anche altre persone (ad es. dipendenti della Cartiera); 2.In compenso a Bologna e Milano circa 50 dipendenti hanno votato serenamente, alcuni a favore ed altri contro; 3.La votazione ad Ascoli è avvenuta in un clima a dir poco intimidatorio (rappresentnti sindacali che si sono sentiti chiedere di quale legno preferissero la bara) per alzata di mano, quando si doveva votare per scrutinio segreto; Tutta la situazione è stata gestita nel peggiore dei modi, consentendo ad un gruppo di… Leggi il resto »
Conosco poco la vicenda e posso immaginare il dramma vissuto da chi sa di perdere il lavoro.
Allo stesso tempo, però, mi sembrano evidenti i rigurgiti massimalisti, pericolosi e dannosi per tutti.
Sono dannosi per i lavoratori, che come ha spiegato Fab sono ostaggio di un manipolo di esagitati.
Fanno male al tessuto industriale, che valuterà ulteriori investimenti nel Piceno come RISCHIOSI, vista la poca serenità nei rapporti con i lavoratori.
Fanno male alle istituzioni, che debbono misurarsi con cittadini rigidi e poco democratici.
Auguri a tutti.
Qualcuno mi ha fatto notare il commento a questo articolo e vorrei dire la mia, come persona indirettamente colpita, dato che sono moglie di uno di quelli che si e’ fatto il culo al Presidio da 3 mesi a questa parte. Da cio’ che c’e’ scritto si capisce che il dipendente che ha commentato questo articolo e’ sicuramente uno di quelli che rientrera’ e che comunque non ha capito una mazza di tutto quello che e’ accaduto finora. Uno di quelli che si accontenta di quello che il padrone gli fa trovare nella ciotola e che non ha un paio… Leggi il resto »
La risposta al mio post, per tono e argomenti, definisce chiaramente l'atteggiamento di chi sostiene il no ad oltranza. Solo per la precisione, ho una moglie CoCoPro per sei mesi e poi non si sa e due figli piccoli e sono uno di quelli dìche di sicuro non rientrerà in azienda (hanno soppresso al mia funzione). E' indicativo che chi sostiene un'idea deva essere una specie di rambo che la difende contro qualsiasi atteggiamento, invece che essere suo diritto esprimerla serenamente…altrettanto indicativo è la similitudine con lo stadio, ambiente civilissimoo per antonomasia, da qui il detto :"fare cori da stadio".… Leggi il resto »
Spesso ho sentito degli operai di alcune aziende "grandi" fare i gradassi.
Dire che durante i turni di notte facevano la pacchia, si davano malati, contestavano ai sindacati che questo o quello non lo DOVEVA fare perchè non gli aspettava di competenza.
Adesso?
Adesso stanno dietro ai cancelli a impiccare i pupazzi.
La manodopera ha un costo elevato, "giustamente" se ci si mette pure il menefreghismo dei lavoratori, eccoci quà che le ditte se ne vanno.
Adesso non si ride più e non ci si ricorda piu di quel "grasasso" che è stato fatto