ANCONA – «Finalmente anche il Ministro ha compreso l’importanza dell’Accordo di programma e recepito le nostre richieste avanzate insieme alle Regioni Umbria ed Emilia Romagna in merito agli interventi a favore dei processi di riconversione dei territori e di sostegno all’indotto di piccole imprese dell’entroterra coinvolti dalla crisi della Merloni: era ora».

Questo il commento del presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca al termine della riunione con il Ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola che si è svolta questo pomeriggio a Roma.

«Speriamo solo – aggiugne Spacca – di non aver perso un anno prezioso. Ora subito al lavoro. La riunione di oggi apre la strada ad una strategia di resistenza e di attacco per il rilancio del territorio, anche con nuovi progetti di investimento, per creare nuove opportunità di lavoro e salvaguardare la coesione sociale pensando al futuro, quando le tutele degli ammortizzatori sociali non potranno più essere utilizzati. Dovremo al più presto definire un calendario di iniziative concrete perché non possiamo permetterci di perdere altro tempo».

Nel corso dell’incontro sono state approfondite le modalità con cui sostenere un processo industriale di riconversione produttiva “indotto” da appropriate politiche pubbliche. Per quanto riguarda i nuovi investimenti Spacca ha sollecitato anche il riconoscimento della “zona franca” per l’entroterra e illustrato progetti imprenditoriali che potrebbero essere agevolati.

Prosegue il presidente: «Di fronte ad una situazione estremamente problematica non dobbiamo perderci d’animo ma reagire prontamente per non disperdere il patrimonio di capacità produttiva, progettazione, ricerca e innovazione che si è sviluppato nei diversi territori coinvolti dalla cris»i.

«Le Regioni coinvolte – ha spiegato si sono mosse subito adottando strumenti, anche a carattere straordinario, per sostenere per quanto possibile con le risorse a disposizione il lavoro e la capacità produttiva dell’indotto. Le Marche hanno appena varato un bilancio che si basa proprio su una strategia di resistenza e attacco. Ma non basta».

Sottolinea: «Ora è necessario passare alla fase di attuazione delle ipotesi di accordo di programma e delle sue priorità che sono: la difesa attiva del lavoro e dell’occupazione sul territorio e sull’indotto anche attraverso percorsi di riqualificazione professionale, l’attrazione e il sostegno di nuovi investimenti produttivi, il rilancio e la diversificazione dell’economia locale anche attraverso azioni di marketing territoriale finalizzate all’attrazione di investimenti».

Strumenti d’azione saranno quindi interventi agevolativi, progetti industriali per nuova occupazione, contributi ad hoc che consentano di orientare i processi produttivi e di sostenere il trasferimento tecnologico per rafforzare la competitività delle imprese, senza dimenticare facilitazioni nell’accesso al credito.