MARTINSICURO – «Se esiste un’area indicata come zona di protezione speciale a Martinsicuro? Dalle carte presenti in Comune e alla Regione Abruzzo non risulta, pertanto è ancora tutto da verificare. Vogliamo comunque andare a fondo di questa vicenda saltata fuori così all’improvviso»: Massimo Vagnoni, consigliere delegato all’Ambiente interviene sull’area sottoposta a tutela che in base ad un avviso del Ministero dell’Ambiente sarebbe individuata nell’ultimo tratto del lungomare nord, in continuazione della Riserva regionale della Sentina che si estende al di là del Tronto, sul versante marchigiano.

Possibile che l’esistenza di tale area sia passata inosservata?

«L’ipotesi della presenza di una zps a Martinsicuro era stata già esposta circa un anno fa all’amministrazione comunale dal presidente della Riserva della Sentina, D’Angelo. Tuttavia dalle verifiche effettuate sulla cartografia esistente in Comune non risultava nulla, così come in quella della Regione Abruzzo».

Il Ministero però ha affermato che l’area in questione esiste ed è sottoposta a vincolo. Come spiega questa discrepanza di dati tra gli enti?

«E’ proprio quello che dobbiamo andare a verificare, poiché sembra strano che informazioni così importanti siano presenti da una parte e assenti dall’altra. Le Regioni Abruzzo e Marche, il Ministero e tutti gli altri enti interessati si dovranno parlare per venire a capo della vicenda. Abbiamo chiesto pertanto l’istituzione di un tavolo tecnico per accertare l’esistenza del vincolo, e quali sono stati eventualmente i passaggi che sono venuti a mancare nella comunicazione».

Nel caso in cui si dovesse riscontrare in maniera indiscutibile la presenza di una zona tutelata anche nella parte nord di Martinsicuro, come pensate di procedere?

«Se c’è un’area sottoposta a vincolo vogliamo sapere quando è stata istituita, i criteri che ne hanno determinato l’istituzione e perché non sono state fatte le relative comunicazioni. Chiederemo poi una riperimetrazione dell’area. Ad ogni modo sembra strano che l’ultimo tratto del lungomare di Martinsicuro sia stato inserito in una Riserva naturale: è quasi totalmente urbanizzato, con molte strutture ricettive, siamo in presenza di un depuratore, non vedo come quella zona possa costituire un habitat per l’avifauna, è insomma diverso dal versante marchigiano di cui sarebbe un prolungamento. Oltretutto né dal Ministero né dalla Comunità Europea sono mai giunte osservazioni o segnalazioni relative al vincolo in questione in relazione al Piano Spiaggia o al progetto del Docup-pesca. In ogni caso Martinsicuro finora ha dovuto subire troppe decisioni, accettare anche quest’ultima imposizione sarebbe davvero eccessivo».

Passiamo ora all’altra questione ambientale, ossia relativa al dossier del ’97 in cui è indicato un inquinamento delle falde acquifere di Martinsicuro.

«La situazione non è così drammatica come si vorrebbe far credere. Personalmente sono contro qualsiasi tipo di allarmismo».

Eppure viene indicato chiaramente un «inquinamento della falda e dei corsi d’acqua superficiali». Come mai, alla luce di quella relazione, nessuno è mai intervenuto per verificare lo stato delle cose ed eventualmente intervenire?

«E’ proprio quello che mi chiedo anch’io, e soprattutto perché dal 97 quel fascicolo stranamente è spuntato solo oggi. Credo che non si debba essere ambientalisti a fasi alterne, solo perché in alcune situazioni fa comodo esserlo ed in altre no. Ad ogni modo per accertare la presenza o meno di agenti inquinanti sul territorio, il Comune ha commissionato delle analisi parallele a quelle che sta già effettuando l’Arta in una zona di Villa Rosa, proprio per avere un quadro più chiaro della situazione. Lasciamo quindi lavorare i tecnici e attendiamo il loro responso per poi decidere come intervenire».

E nel caso in cui i terreni risultassero inquinati?

«Qualora ci dovessimo trovare in presenza di situazioni di inquinamento procederemo con le relative bonifiche, chiedendo appositi finanziamenti a Provincia e Regione».