CUPRA MARITTIMA – Proseguono le polemiche all’interno dell’Udc. Stavolta è Sergio Corradetti a risponde a Torquati circa le sue ultime decisioni politiche e manifestate in un articolo del 23 ottobre. Dice Corradetti: «Non è vero che l’Udc di Cupra si ribella al partito: manifestano un certo dissenso solo poche persone vicine all’ex sindaco Giuseppe Torquati e solo alcune di queste iscritte al partito. Coloro che invece si riconoscono nei valori dell’Udc Cuprense invece, condividono pienamente la linea politica del Partito».

«La strada dell’automonia di Torquati – fa notare Corradetti – è la stessa intrapresa nelle passate elezioni provinciali, e ora la riprende in occasione della campagna elettorale per le regionali. L’ex sindaco ha un suo personale modo di intendere il Partito e, come altri, nel momento importante delle decisioni elettorali ha scelto un’altra via».

«Le scelte di Torquati – aggiunge ancora – sono state politicamente ambigue per la sua presenza alle Provinciale nelle liste di uno schieramento politico avversario e hanno costretto il Partito ad assumere provvedimenti cautelativi urgenti».

Spiega Corradetti: «Agli Organi del Partito, dovendo tutelare i propri superiori ideali, non restava che impedire al Torquati l’uso delle risorse della sezione Udc di Cupra contro il Partito stesso, in una campagna elettorale che lo stesso aveva avviato in pieno contrasto con l’Udc».

«Sul comportamento politico di Torquati inoltre – prosegue – il Collegio Nazionale dei Probiviri dell’Udc ritiene addirittura applicabile l’articolo 90 dello Statuto, comma 6: “La direzione provinciale o qualora non vi provveda la Direzione Nazionale, possono dichiarare la cessazione dell’appartenenza al Partito dei soci che si presentano come candidati alle elezioni amministrative in liste o collegamenti diversi da quelli approvati dagli Organi competenti”».

Conclude Corradetti: «È vero che all’interno di ogni partito si deve operare con democrazia. È anche vero però che le minoranze, pur dopo ampio e vivace confronto, debbano accettare le decisioni che prevalgono, rinunciando alle posizioni personali».