SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si fanno sempre più stretti i rapporti commerciali tra l’Iraq e il comparto delle energie rinnovabili di San Benedetto del Tronto. Proprio nei giorni scorsi, infatti, una delegazione composta da tre iracheni, Abdullallah Mejbil Falih Al-Hajai, Abdulzahara Washi Saad Al-Furiji e Maytham Kadhim Ali Ali, accompagnata da Amar Chikha della Phaesun, azienda tedesca impegnata nell’applicazione delle energie rinnovabili, ha fatto visita alla “Western Co” di San Benedetto del Tronto, azienda che progetta e produce sistemi di ottimizzazione di energia solare fotovoltaica.

La visita fa seguito alle trattative già intraprese lo scorso anno e finalizzate a dotare gli impianti di illuminazione ad energia solare in Iraq di apparati elettronici realizzati nel nostro territorio. In collaborazione con la tedesca Phaesun la Western Co ha infatti già fornito 6.500 sistemi al paese iracheno e la visita dei giorni scorsi è stata l’occasione per avviare le trattative che riguardano una nuova tecnologia.

Sono stati infatti brevettati i lampioni di nuova generazione che si avvolgono di tecnologia Gsm, ideati e prodotti dall’azienda di San Benedetto.

«Siamo molto soddisfatti della qualità di questi sistemi di risparmio energetico – hanno dichiarato i componenti della delegazione – ed applicati in alcune aree di Baghdad. I vantaggi di questi prodotti sono infatti sia di tipo tecnologico in quanto si tratta di soluzioni efficienti e facilmente installabili sia di tipo economico perché il costo è piuttosto contenuto».

I lampioni fotovoltaici lungo le strade di Baghdad rappresentano una svolta, considerando che nella città l’elettricità da fonti convenzionali è disponibile mediamente solo un paio d’ore al giorno.

Quella del solare è una scelta vantaggiosa per l’Iraq, Paese con una superficie tanto vasta ed esposta ai raggi solari da prestarsi perfettamente all’istallazione di moduli fotovoltaici. La rete nazionale, inoltre, non funziona bene rendendo i sistemi di alimentazione solare off-grid un’ottima soluzione.

Nel tempo si prospetta anche l’alimentazione di case, uffici, edifici governativi e ospedali, per ovviare all’attuale carenza della produzione elettrica irachena, ridotta a un terzo a causa della guerra rispetto alla capacità installata.