SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Torniamo a parlare della cassa di colmata in realizzazione sul molo nord del porto, lato mare. Giovedì rivieraoggi.it ha compiuto un nuovo sopralluogo, documentando lo stato di avanzamento dei lavori con le immagini video che trovate nel servizio allegato.

Questi sono gli argomenti di cui chiediamo conto a Settimio Capriotti, assessore comunale con delega al porto: la qualità dell’acqua marina usata durante la conservazione del pescato nel Mercato Ittico, prelevata da una condotta vicino alla cassa di colmata; la copertura della cassa e gli eventuali rischi di fuoriuscita dei fanghi contenuti all’interno; la protezione della cassa dalle mareggiate, anche alla luce delle macchie scure che la nostra videocamera ha ripreso sotto gli scogli giovedì mattina.

MERCATO ITTICO, ACQUA SICURA Fra gli scogli a pochi metri ad est della vasca, c’è una condotta che preleva acqua marina, la convoglia da una centralina fino al Mercato Ittico dove viene usata per tenere fresco il pescato che approda dai pescherecci ogni giorno. Da più parti si sono lanciati allarmismi per il fatto che l’acqua subisse contaminazioni seppur superficiali dai fanghi della cassa, ammesso che questi escano in mare. Va detto che comunque la presa a mare era lì da sempre, e che l’acqua del porto e del suo bacino esterno non è famosa per la sua limpidezza e pulizia, per usare un eufemismo. Comunque i sistemi di sicurezza nel Mercato tutelerebbero appieno il consumatore. Questo è quanto risponde l’assessore Capriotti, rassicurando la popolazione con questi dati: «L’acqua arriva a un sofisticato impianto di depurazione. Quanto sia moderno questo impianto lo si vede dal fatto che dobbiamo spendere centomila euro solo per la manutenzione ordinaria. Poi, periodicamente, circa una volta al mese, un campione dell’acqua usata per il pescato viene prelevato e sottoposto ad analisi. E i prelievi sono stati fatti anche dopo il conferimento dei fanghi del porto di Senigallia nella cassa di colmata».

MACCHIE NERE «La cassa è impermeabilizzata sul fondo e ai lati, non esce nulla». L’assessore lo ribadisce citando la nota presenza dei teli impermeabilizzanti sul fondo della vasca ormai colma. Ma anche da queste pagine ci siamo chiesti: sicuri che la mareggiata non porti fuori del materiale, visto che la cassa non è coperta e il margine esterno si trova al livello dell’acqua?

«Sulla fascia più esterna della cassa, quella verso il mare aperto, c’è uno spazio largo tre metri riempito di semplice materiale di cava invece che con i fanghi portuali di Senigallia. E’ una pista per far camminare i mezzi pesanti che trasportano i depositi».

Ma la precauzione che stampa e cittadini invocano non è mai troppa. Capriotti, fornendo queste risposte, lo ammette: «Per una maggiore sicurezza, ho preteso la creazione di una massicciata ulteriore e più alta contro gli effetti delle mareggiate, per evitare sversamenti. Il Genio Civile Opere Marittime, progettista della cassa, ha accolto la richiesta e affiderà con urgenza l’incarico di costruire una barriera alta due metri per smorzare le onde. Attendendo la copertura definitiva della vasca, dopo la quale i materiali all’interno saranno resi inerti per sempre, ho chiesto anche nel frattempo di mettere un telo impermeabile per riparare il contenuto dalla pioggia».

Infine una considerazione dell’assessore contro gli allarmisti: «Prima i materiali come questi fanghi venivano gettati in mare aperto, ora sono al sicuro. E poi le analisi sui fanghi di Senigallia dimostrano valori di inquinanti molto bassi, poco più alti rispetto ai materiali degni di essere smaltiti senza protezione alcuna».