SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Ci sembra che la proposta fatta dal Sindaco relativamente ad un centro di salute e benessere nella Sentina possa andare nella giusta direzione di sviluppo compatibile dell’area. Nelle prossime settimane, approfondiremo la proposta integrandola eventualmente con altre idee che secondo noi sono compatibili e che renderemo note prossimamente».
Pietro D’Angelo, presidente del comitato di indirizzo della Riserva Sentina, apre all’opinione espressa da Giovanni Gaspari durante il tradizionale incontro con la stampa di sabato («la vocazione economica della Riserva deve avere a che fare con il restauro dei casolari per attività di benessere fisico, tipo le Spa»). E poi precisa: «Fino ad oggi non abbiamo ricevuto alcun progetto di valorizzazione dell’area e di sviluppo compatibile nell’Ambito di sviluppo economico e sociale della Riserva».
Poi D’Angelo entra nel ricorrente argomento del campo da golf, riallacciandosi ad alcune opinioni espresse da Gaspari sabato, rispondendo alla domanda su cosa ne pensa il sindaco in generale e in particolare nel territorio della Riserva.
Il sindaco in sostanza aveva ribadito che la Sentina non offrirebbe gli spazi necessari per un campo “professionale”, sia per dimensioni che per vincoli di legge. E che non avrebbe mai e poi mai concesso premi volumetrici in altre zone della città agli imprenditori che investirebbero nel “Green” (ma non solo alla Sentina, bensì in qualsiasi spazio della città).
D’Angelo qui fa un ragionamento che secondo quanto ne sappiamo risulta essere un po’ oscuro, nel senso che interpreta la precisazione del sindaco come una risposta tout court alle proposte giunte da qualche imprenditore (a rivieraoggi.it infatti risulta che la proposta del comitato promotore pro golf si concentri piuttosto in zona Santa Lucia).
«Gaspari ci conferma i dubbi che come ambientalisti avevamo e cioè che il campo da golf rappresenterebbe solo un alibi e un grimaldello per costruire; in merito a ciò apprezzo che il Sindaco si sia espresso negativamente ricordando le norme in vigore nell’area».
Proseguendo su questa linea che vedrebbe dal suo punto di vista il fiato edilizio sulla Riserva, lo storico esponente ambientalista lancia un monito «a coloro che hanno appetiti volumetrici all’interno della Sentina», ricordando poi che «nella zona è presente un’Area floristica protetta (protezione integrale) e due siti regolamentati dalle direttive europee (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli); oltre a ciò, il Piano Paesistico Ambientale Regionale afferma che in tutta l’area sono ammessi “esclusivamente interventi di conservazione, consolidamento, ripristino delle condizioni ambientali protette”; per di più la Regione Marche, nell’ambito dell’approvazione di tale strumento urbanistico di adeguamento del Prg al Ppar – continua D’Angelo – ha inserito una ulteriore prescrizione sulle destinazioni ammesse: “Per quanto consente la zona della Sentina (…) si propone di limitare le destinazioni ammesse al solo parco pubblico con esclusione di attrezzature turistiche ricettive”. Inoltre la Delibera regionale 156/2004 di istituzione della Riserva, vieta la realizzazione di qualsiasi volumetria e ammette solo interventi di restauro conservativo sul patrimonio edilizio esistente».
Per concludere, la linea d’indirizzo indicata da D’Angelo ad eventuali soggetti interessati si concentra sulla valorizzazione dei casolari rurali di questo polmone verde della costa adriatica.
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Se proprio vogliamo parlare di salvaguardia della sentina cominciamo intanto non far più coltivare i terreni con i pesticidi e con concimi chimici bche hanno inquinato le falde in eterno e che sono la causa principale delle morie di uccelli e di migratori.
E a proposito come mai da molti anni alla Sentina non se ne vedono più?
Si è mai fatto una indagine seria con analisi batteriologiche e tossicologiche dei terreni e delle falde?
La sentina era una delle piu' importanti zone umide del centro Italia,dove svernavano una miriade di uccelli acquatici. Era una zona umida e ancora oggi qualcuno continua a chiamarla tale,una palude significa che ci sia acqua ma in questa zona eccetto se entra il mare di acqua non se ne vede l'ombra. In compenso possiamo chiamarla giumgla. Dopo che venne bonificata alcuni cacciatori cercarono a loro spese di ricreare l'ambiante palustre creando dei laghetti. Poi la sentina venne chiusa alla caccia e di conseguenza incomincio' il degrado di questa stupenda area. Non basta mettere delle tabelle oasi di protezione per… Leggi il resto »