Da Riviera Oggi in edicola numero 795GROTTAMMARE – Grottammare e San Benedetto del Tronto. Si è parlato spesso di unione dei Comuni, sono nate discussioni, idee, collaborazioni per presentare, comunque, un territorio unito, oltre che sotto l’aspetto prettamente turistico, anche organizzativo. In questi giorni i rapporti fra i due Comuni sono ancora sotto osservazione.

Non solo perché le due squadre di calcio, Samb e Grottammare, sono tornate ad incontrarsi in un incontro ufficiale dopo 80 anni esatti (mercoledì 7 ottobre, in Coppa Italia Eccellenza 3-0 per la Samb) ma perché una serie di questioni sottolineano lo stretto rapporto tra le due realtà, perfettamente integrate a livello economico e sociale, un poco distanti, talvolta, sotto il profilo amministrativo.

Terzo braccio del porto, la cassa di colmata – uno stoccaggio di rifiuti, nel particolare di fango del porto di Senigallia, realizzato al Porto di San Benedetto del Tronto -, il Ballarin e la stagione teatrale del teatro delle Energie, tutti argomenti che, in un modo o nell’altro, vedono coivolte le due cittadine della Riviera delle Palme.

Abbiamo ascoltato il parere del sindaco Luigi Merli in merito a questi argomenti.

In merito alla cassa di colmata, Grottammare poteva essere coinvolta, visti i confini?

«Esistono due risposte, la prima è tecnico/amministrativa e la seconda più “apprensiva” . Tecnicamente la cassa di colmata è di competenza regionale e, senza entrare nel merito delle alternative che potevano esserci o sulle motivazioni, non erano tenuti a chiedere pareri a nessuno. Per quanto riguarda l’allarmismo, l’apprensione che si sente in giro, personalmente ho provveduto, anche informalmente, a chiedere delucidazioni all’Arpam, al Comitato per la Salute pubblica che comprende anche l’ex assessore sambenedettese Nazzareno Torquati: tutti mi hanno tranquillizzato. Quindi come rappresentante di una istituzione mi fido delle istituzioni e delle strutture di controllo. È ovvio che da parte mia studierò la situazione e vigilierò».

Per quanto riguarda invece il terzo braccio del Porto?

«Nel caso del cambiamento delle dimensioni del Porto, il terzo braccio, non saremo semplici spettatori non coinvolti, dovrà interessarci perché sarà a confine proprio con Grottammare (se non oltre) e chiederemo una verifica del rispetto del nostro arenile, per salvaguardarlo».

Sempre in zona Porto e sempre al confine, c’è il vecchio stadio Ballarin, ormai un rudere. Che dire poi della “Grande opera” della Fondazione Carisap, inizialmente qui destinata, che potrebbe essere dirottata a Grottammare?

«Il progetto è nato a San Benedetto del Tronto e, come dichiarato dalla Fondazione, è l’obiettivo principale. La Fondazione si è aperta a nuove possibilità ed ha avviato una verifica sulla possibilità di realizzare il progetto in altri Comuni della costa. Grottammare ha così presentato un progetto, che è la nostra ipotesi. È ovvio che, nel caso, ci vorranno i tempi necessari, oltre che i tempi tecnici, prima di tutto per sentire la cittadinanza. Di fatto, quindi, noi non ci siamo tirati fuori dal progetto perché non siamo mai entrati. Ma siamo pronti ad entrare in gioco nel caso in cui San Benedetto manifestasse la sua rinuncia».

Stagione teatrale: un anno fa San Benedetto e Grottammare assieme, e quest’anno già il “divorzio”…

«Non c’è nulla a dire, abbiamo preso atto del cambiamento presentando una stagione teatrale davvero interessante per il teatro delle Energie. Gli utilizzatori e gli appassionati di teatro saranno ancora più contenti, avendo più spettacoli a disposizione».