SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono sicuramente l’unica vera novità (positiva) introdotta dalla politica italiana negli ultimi anni (non rientrando in questo campo la nascita e la fusione di partiti, evento troppo frequente per essere originale). Stiamo parlando delle elezioni primarie, introdotte con coraggio iniziale dal Partito Democratico e che stentano ad affermarsi negli altri partiti, avversari o alleati che siano.
Certo, la loro applicazione concreta è tarata da molti risvolti negativi che adesso non è il caso di ricordare. Ce ne basta uno, perché non di errore o distorsione si tratta, ma di precisa scelta politica: il Pd applica le liste bloccate alle votazioni per le primarie. Era avvenuto in passato, avviene anche oggi. In questo modo il capolista, e quelli immediatamente a ridosso, hanno buone possibilità di essere eletti. Gli altri, sono solo dei riempitivi.
Questa forma di votazione segue la vituperata “porcata” di Calderoli, utilizzata per le politiche del 2006 e poi 2008. E non si capisce perché un partito d’opposizione che ha criticato quella legge, la applichi poi spontaneamente al suo interno (o forse sì).
Fatto sta che l’apertura davvero democratica e antipartitocratica delle primarie (votano anche i non iscritti al partito), pur con le storture all’italiana, è in questo modo diventata un trucco per l’auto-mantenimento delle elite partitiche. Se la linea del Pdl è chiara e indiscutibilmente verticistica, il Pd fa invece un passo in avanti e due di traverso.
Nella serata di presentazione della mozione Bersani, venerdì 16 ottobre, abbiamo posto questo nostro dubbio ai rappresentanti del Pd intervenuti nella conferenza stampa di presentazione. Il capolista per l’assemblea nazionale Agostino Megale ci ha spiegato: «Le primarie sono pensate per eleggere il segretario nazionale e le assemblee regionali del partito, sono una cosa diversa rispetto alle elezioni nazionali. Noi dobbiamo selezionare e scegliere la nostra classe dirigente, penso sia sbagliato fare paragoni con una legge elettorale».
L’assessore ai Servizi Sociali di San Benedetto, Loredana Emili, ha invece posto l’attenzione su un aspetto forse trascurato: «In questo modo riusciamo a garantire all’interno del partito pari rappresentanza tra uomini e donne, alternando le candidature nella lista. Altrimenti sarebbe necessario istituire le quote rosa, strumento che personalmente mi vede contraria».
C’è comunque una certezza. Anche nel 2011 i parlamentari italiani saranno scelti dalle segreterie romane.
Il Pd e le primarie che piacerebbero a Calderoli
Un ottimo strumento di partecipazione democratica purtroppo gravato in partenza dalle inspiegabili liste bloccate. Megale: «Non bisogna equiparare le elezioni nazionali con quelle del Partito». Emili: «Lo facciamo perché così garantiamo pari rappresentanza tra uomini e donne»
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Il venticinque ottobre partecipa alle primarie per scegliere il segretario del Partito Democratico. Scegliendo una delle liste collegate si selezionano i membri dell’assemblea nazionale in ordine di presentazione, non puoi esprimere la preferenza. Con una seconda scheda si scelgono i segretari regionali e i membri dell’assemblea, sempre senza esprimere la preferenza. Se sono queste, le regole delle primarie, esse sono democratiche perché mi permettono di scegliere il segretario, diventano poche democratiche quanto mi vieta la scelta dei membri delle assemblee.
L’ipocrisia non ha limiti, pur di giustificarsi ci si arrampica sugli specchi, Agostino Megale: «Le primarie sono pensate per eleggere il segretario nazionale e le assemblee regionali del partito, sono una cosa diversa rispetto alle elezioni nazionali. Noi dobbiamo selezionare e scegliere la nostra classe dirigente, penso sia sbagliato fare paragoni con una legge elettorale». Loredana Emili: «In questo modo riusciamo a garantire all'interno del partito pari rappresentanza tra uomini e donne, alternando le candidature nella lista. Altrimenti sarebbe necessario istituire le quote rosa, strumento che personalmente mi vede contraria». La classe dirigente la si può scegliere in base alle… Leggi il resto »
Lezioni di democrazia da chi fino a ieri sosteneva la dittatura komunista: ecco il risultato, UNA FARSA.
Quanta strada da fare, ancora in Italia.
Noto con piacere che i simpatizzanti PD non sono tutti fuori di senno, sottoscrivo pienamente la disamina del Sig. Carli.
Aderisco all’idea di partecipare alle primarie e votare scheda bianca, cercherò per quanto mi è possibile di far circolare l’idea.
Salviamo il progetto del PD, le primarie e diamo un segnale forte perché i Signori citati dal Sig. Carli facciano un passo in dietro, altrimenti ci faranno perdere anche la Regione.
Signor Carli mi trovo perfettamente d’accordo con lei, non si può sostenere chi in maniera artificiosa ad effetto nutella si sono spalmati in tutte le liste per mantenere comunque il potere, è una cosa vergognosa che solo persone di buon senso, come noi, passono scardinare, allora il 25 ottobre andiamo a votare per le primarie in massa e lasciamo le schede in bianco. Sono giuste le primarie è grandioso il progetto del PD ma emana fetore di marcio nel piceno.