ASCOLI PICENO – E’ stato lo sviluppo dei tabulati telefonici fatti dalla Squadra Mobile di Ascoli a portare alla denuncia per procurato allarme a carico di una donna residente a Caserta. Ma ecco i fatti. Un ragazzo di Rimini riceve una telefonata da una donna la quale, in lacrime, dice di essere stata violentata nel cimitero di Ascoli Piceno.

Il 113 della Questura romagnola gira l’avviso alla Sala Operativa di Ascoli. Partono subito due volanti in direzione del cimitero ma della donna nessuna traccia. Quindi gli agenti effettuano una chiamata al numero dal quale era partito l’allarme. Risponde la donna la quale, piangendo, ribadisce di essere stata violentata e di trovarsi ancora dentro al cimitero.

Da quel momento in poi il cellulare risulterà spento. Temendo il peggio gli agenti intensificano le ricerche ma senza esito. A questo punto ci sono i tabulati a rilevare che la chiamata di aiuto arriva non da Ascoli ma addirittura da Caserta, e che la donna non era mai stata ad Ascoli Piceno.

Convinta di trovarsi davanti ad un caso di mitomania la Questura di Ascoli avverte il Commissariato di Aversa che  rintraccia e identifica la donna, già segnalatasi in passato per atti del genere.