ANCONA – «Finalmente la questione dell’Irap viene posta come necessità di rivedere l’aliquota a livello nazionale. Questo Governo aveva fatto dell’abolizione dell’Irap un cavallo di battaglia in campagna elettorale, ma era del tutto evidente il carattere propagandistico dell’argomento».

A parlare è l’assessore al Bilancio Pietro Marcolini che in questi giorni sta predisponendo il provvedimento per l’azzeramento dell’aliquota regionale dell’Irap alle imprese che esportano a condizione che non delocalizzino e che mantengano i livelli occupazionali.

Marcolini commenta quindi l’intervento della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «Era difficile sostituire 40 miliardi di euro di gettito tra pubblico e privato, ma se almeno il Governo avesse rinunciato al 50% come ha fatto la Regione Marche, l’aliquota si sarebbe abbassata al 2.1% dall’attuale 3.9%».

Marcolini coglie anche l’occasione per rispondere al consigliere regionale dell’Udc Viventi che ha chiesto alla giunta l’abolizione dell’Irap per tutti: «Come pensa Viventi che la Regione possa trovare le risorse necessarie a questo genere di manovra di fronte allo scenario che il governo nazionale ci propone?»

«Stiamo facendo – prosegue l’assessore – un enorme sforzo per concretizzare la manovra anti crisi, poiché le sue dimensioni superano di 10 volte quella nazionale. Con gli ammortizzatori sociali da un lato e i Fondi di garanzia e le risorse Bei dall’altro, cerchiamo di difendere l’occupazione e il consumo e di facilitare l’accesso al credito così come l’aiuto alle imprese che esportano ha lo scopo di renderle più competitive con le concorrenti estere non gravate dall’Irap e di aiutarle nel rilancio dei loro prodotti».

Prosegue Marcolini: «Di più per ora non possiamo fare, soprattutto alla luce dei tagli pesantissimi, che il Governo nazionale ha effettuato sui trasferimenti alle Regioni in settori cruciali per la comunità, quali sanità e sicurezza sociale, senza dimenticare il rinvio di tutti i pagamenti a valere, ad esempio i pagamenti per i programmi Fas già approvati dal governo per oltre 225 milioni».

La proposta di Patto per la salute, nonché gli stanziamenti per il sociale, sottostimano i finanziamenti per le Regioni, operando di fatto un taglio insostenibile per il diritto alla salute di diversi miliardi di euro rispetto ai livelli essenziali di assistenza e cura.

Il Fondo sociale viene ridotto in tre anni da 2 milioni a 650 mila euro con la prospettiva di azzeramento l’anno prossimo.

«In questo contesto – specifica l’Assessore – le Marche stanno sostituendo con risorse proprie i tagli del Governo nazionale, per mantenere inalterati i servizi ai cittadini, addirittura abbassando le tasse regionali ed il debito».

Conclude Marcolini: «Tale impegno virtuoso è possibile grazie alla provvista di risorse a valere sulle istituzioni comunitarie, sulla razionalizzazione dei costi di funzionamento dell’ente e sull’ottimizzazione della gestione finanziaria. Sottolineo infine che le proposte illustrate dal presidente Spacca nel primo degli incontri programmati con le associazioni economiche e gli enti locali sono rigorose e realisticamente sostenibili e sarebbe auspicabile per tutti lo stesso responsabile atteggiamento».