GROTTAMMARE – Un quadro economico decisamente negativo quello che pone Grottammare a delle scelte obbligate come l’accesa di un mutuo e la messa all’asta di alcuni terreni. È quanto sostengono i tre consiglieri comunali del popolo delle libertà, Maria Grazia Concetti, Roberto Marconi e Raffaele Rossi «Un deficit che non permette neppure piccoli interventi di manutenzione , basta osservare in che stato versano alcune zone del paese. Così, l’amministrazione comunale , a distanza di un anno dall’essersi insediata ha deciso di percorrere la strada delle dismissioni di alcuni beni patrimoniali (in alternativa al dissesto finanziario?)».I rappresentanti del PDL citano parte dell’articolo 58 della legge 133 emanata dal governo Berlusconi nel 2008 (“Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di regioni, comuni ed altri enti locali”) e commentano che il piano delle alineazioni redatto è «in totale contrasto con quanto è lo spirito della legge, la quale parla chiaramente di riordino gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare e non di risanamento del bilancio».

«La politica portata avanti da questi amministratori – concludono – ha incrementato debiti così le tasse non basteranno a coprire i buchi. Non possono essere sempre i cittadini a subire. E quindi per coprire i buchi più grossi è necessario ricorrere ad altri mezzi, come l’alienazione del patrimonio immobiliare. E così si accendono mutui per arrestare i movimenti franosi incombenti sul vecchio incasato, si approvano anticipazioni di cassa su entrate future ma solo eventuali e si insiste sul restyling del lungomare che tanto costerà ai cittadini di Grottammare e molto porterà alla politica Merli».