ASCOLI PICENO – All’ordine del giorno del consiglio comunale di martedi pomeriggio c’erano l’approvazione della nuova macrostruttura comunale e la presentazione del programma di mandato della giunta Castelli per il prossimo quinquennio amministrativo, attraverso il quale si gettano le linee guida da seguire e le misure da intraprendere per risolvere le problematiche cittadine.
Ma ad infiammare subito la seduta è stato il consigliere del Pd Stefano Corradetti.
«Leggo il programma di Castelli e noto diversi errori – afferma Corradetti – si parla di Regione per quello che riguarda cose inerenti al Comune e di servizi comunali per quanto concerne la Sanità, appannaggio invece della Regione. Mi è venuto così il dubbio che si trattasse di un copia incolla fatto male, e controllando meglio mi sono accorto che il programma di Castelli è per buona parte identico a quello del governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi».
Ecco quanto scritto nelle prime righe del programma Chiodi: «Tenacia, laboriosità, onestà, capacità, talento, da qui l’Abruzzo deve ripartire. Dalle qualità e dai valori della sua gente, che hanno consentito già in passato di affrancarsi dai problemi generalizzati del mezzogiorno d’Italia e di raggiungere ottimi livelli di sviluppo».
E in quello di Castelli: “Laboriosità, onestà, capacità e talento sono qualità e valori identificativi della nostra gente e saranno queste le direttrici da cui la città di Ascoli deve ripartire per affrancarsi dai problemi della situazione attuale e raggiungere buoni livelli di sviluppo». E ancora da quello dell’ex sindaco di Teramo: «Una classe dirigente che voglia definirsi tale deve pertanto saper interpretare e valorizzare questo patrimonio, stabilendo un legame intimo ed essenziale tra amministratori e amministrati,basato su un sentimento di fiducia oggi purtroppo pressoché inesistente».
Il programma Castelli: «Una classe dirigente che possa guidare la città verso la ripresa deve pertanto saper interpretare e valorizzare questo patrimonio di valori condivisi, stabilendo un legame intimo ed essenziale tra amministratori e amministrati, basato su un sentimento di fiducia reciproca». Infine da una parte: «Una società vale meno quando sono pochi a costruire per tutti. Una buona società è quella in cui ogni persona ha la possibilità di cooperare a costruire il futuro» all’altra: «Una società vale meno quando sono pochi a costruire per tutti. Una buona società è quella in cui ogni persona ha la possibilità di cooperare a costruire il futuro».
Sono solo alcuni dei tredici esempi rilevati dal consigliere del Pd.
«Con Chiodi ci siamo incontrati spesso – replica il sindaco Castelli – ha assistito alla presentazione della mia candidatura e ci siamo confrontati sulle linee programmatiche, condividiamo valori e principi. E’ il nostro padre putativo visto che per primo ha vinto le elezioni senza l’appoggio dell’Udc».
Tra i banchi di maggioranza i consiglieri hanno esortato il sindaco a non ritirare il documento, ribadendo che le linee programmatiche possono essere comuni tra amministratori dello stesso partito.
«Anche Chiodi allora è un copione – domanda Falciani (Lista Castelli sindaco) – perchè ha copiato il diritto di sussidarietà dal libro di diritto costituzionale? E lo stesso discorso vale per tutti i diritti e principi contenuti nel documento».
L’opposizione incalza con D’Isidoro, Bellini e Ciccanti: «Ero qui per parlare delle problematiche della nostra città – afferma il parlamentare dell’Udc – invece così si rischia di parlare di quelle dell’Abruzzo, se fosse stato onesto il sindaco avrebbe detto subito che il programma era ripreso da quello di Chiodi». «Ritiro del documento altrimenti saremmo costretti ad abbandonare l’aula» ha affermato Canzian (Pd)
«Chiediamo al sindaco di andare avanti – ha concluso Natali (Pdl) – è un programma aperto in cui ci sono linee programmatiche comuni al centrodestra, mentre per quello che riguarda le misure da intraprendere per la città di Ascoli ci sono pagine da riempire, perciò se l’opposizione vuole confrontarsi sulle problematiche cittadine faccia proposte serie anzichè polemiche».
Il consiglio è terminato con l’approvazione della macrostruttura con 24 voti favorevoli e 4 contrari, il resto dell’opposizione aveva già abbandonato l’aula, come annunciato, per il mancato ritiro del programma.
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Già,
mi sembra proprio un buon motivo per abbandonare il Consiglio Comunale.
Si enunciano principi generali e valori condivisi, tra due terre confinanti, e il PD non ha meglio da fare che gridare allo scandalo!
Ma siamo impazziti tutti? Si rendono conto quei consiglieri del momento che stiamo vivendo?
Ciao Gundam, stavolta mi lasci un pò perplesso: il fatto che un programma amministrativo sia copiato di sana pianta non ti scandalizza? Cioè, le possibilità sono due: o l'esponente politico non è in grado di produrre un programma ragionato e specifico sul territorio, o non ci ha neppure "sprecato" mezz'ora, e per te la questione è secondaria? Non ti chiedi che visione può avere della politica uno che si presenta facendo copia e incolla? Non so se l'assentarsi dal consiglio sia stata una decisione corretta, ma sinceramente lo "scandalo" lo vedo da un'altra parte… nel programma c'è persino un riferimento… Leggi il resto »
Non serviva uscire. Così come hanno sbagliato i delegati ONU ad abbandonare l'aula quando Ahmadinejad ha detto che Israele è uno stato violento. Non è bello abbandonare la sala che è dedicata alla discussione, anche movimentata, e al dibattito. Il PD, giustamente, ha fatto notare una palese superficialità nello scrivere il programma. Ma questo è stato scritto nelle scorse settimane. E mi pare che Castelli in quei giorni sia stato molto impegnato con i problemi causati dalla crisi (scioperi, trattative…). Non è bello copiare, ma è quello che è avvenuto. E' già avvenuto in centinaia di amministrazioni e avverrà anche… Leggi il resto »
La sottile differenza tra copiare ed imitare che la colta opposizione ascolana non ricorda o fa finta di non ricordare Martedì sera il consiglio comunale di Ascoli Piceno si è trasformato in una aula di scuola e la discussione sul programma di mandato del neosindaco Guido Castelli (PdL) è divenuta uno psicodramma scolastico politico. Il tutto è stato originato dall'intervento del consigliere di opposizione Stefano Corradetti (Pd) che ha sottolineato in aula l'assonanza di alcuni passaggi del documento programmatico del sindaco Castelli con un analogo documento del governatore abruzzese Gianni Chiodi. E' subito scattato il fuoco di fila delle vestali… Leggi il resto »
Io non so se Erich Auerbach, nello stilare l'indimenticabile "Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale", abbia copiato da qualcun altro. E non so se, avendo copiato, abbia successivamente tentato di spacciare un'operazione di copiatura per un programma politico; tuttavia, credo di no. Ricordo che a scuola (dove senz'altro si ignorava Auerbach) coloro che copiavano (un compito in classe, qualcosa di leggermente meno importante di un programma di mandato) erano duramente redarguiti. Con questo credo di non dover aggiungere molto all'intervento del colto, coltissimo, anzi acculturato Cipollini. Quanto a Gundam, lo invito a prestare attenzione ai meccanismi della politica. L'approvazione di… Leggi il resto »
No no,
non utilizzo due misure diverse.
Credo che, appunto perché si tratta di un documento "non immediatamente operativo" e visto il momento di grave difficoltà economica, non solo di Ascoli, ma della provincia, uscire dall'aula è un gesto inqualificabile.
Ci sono problemi ben più seri, rispetto a dei principi copiati da un altro documento.
Se il PD taglia la corda già adesso, per sciocchezze, figuriamoci di fronte ai problemi seri.
Altra dimostrazione che la sinistra non sa né governare, né stare all'opposizione.
Mi rimane ancora oscuro, dopo aver definito come indimenticabile "Mimesi" di Auerbach, vedere che, oltre a non averla letta per niente, si dica che questa opera non è mai citata a scuola. Basta andare in un qualunque liceo per scoprire che non è vero. Qualunque professore di lettere, degno di questo nome, dirà che questa è un opera imprescindibile per chi ama la letteratura europea ed occidentale. Qualunque antologia, anche la più scadente, citerà Mimesi di Auerbach tra le sue fonti primarie e più importanti. E' come se, per studiare la tragedia grega, nessuno citasse "la nascita della tragedia" di… Leggi il resto »
E poi, i "farabutti", dicono che nel PdL non c'è cultura! In una botta sola Auerbach e Pavlov. E la copiatura assume addirittura la dignità della mimesi. Mi sa che il culturalismo, pardon, il culturame è tracimato anche a destra, ma non ditelo a Brunetta se no manda a morire ammazzati pure voi. Fra l'altro, Cipollini non se n'è accorto, ma se, volendo stigmatizzare un atteggiamento, dice "finto culturalismo d'accatto", in realtà, definisce tale atteggiamento positivamente, perchè se il culturalismo d'accatto è finto, evidentemente non è d'accatto ma, magari, qualcosa di più nobile. Tutto ciò non per dimostrare saccenza (tipica… Leggi il resto »
i|ro|nì|a, s.f.
1a AU particolare modo di esprimersi che conferisce alle parole un significato opposto o diverso da quello letterale, lasciando però intravedere la realtà, che si usa per criticare, deridere, rimproverare e sim.: fine i.; i. pungente, amara, beffarda; parlare, esprimersi con i.; fare dell’i.
Galiè, io ero mimetico a scuola, ma mi hanno bocciato proprio per questo! avrei dovuto rispondere a tono a quell'ignorante dell'insegnante di lettere che neppure ha letto Auerbach. Magari fargli causa.
nella frase "finto culturalismo d'accatto", è indubbio che finto è riferito a culturalismo. Il mio eroore è stato quello di aver usato "culturalismo", avrei dovuto usare la parola culturame, per definire una sorta di atteggiamento di presunta superiorità culturale che alcuni "sinistrati" hanno. La tesi, purtroppo, non è mia, ma del sociologo ed editorialista Luca Ricolfi che lo ha trasposta in un bel saggio. Da parte mia, ammetto di aver usata l'espressione d'accatto per indicare un ulteriore patologia del finto cullturame dei sinistrati, quello del culturame fast food e low cost, in cui non si utilizzano più i libri, ma… Leggi il resto »
Dopo “sinistrorso”, sentivo la mancanza di essere definito "sinistrato", al pari di quelli del Belice, delle vittime del tifone nelle Filippine, dei terremotati dell'Aquila.
Sperando per il futuro di non essere definito pure "sinistro", mi conforta nel frattempo sapere che, almeno, in qualità di "sinistrato" godo delle cure amorevoli del nostro sempre sollecito e disinteressato Primo Ministro.
Non c'è bisogno di scomodare Auerbach e il realismo della letteratura occidentale per sostenere che le linee programmatiche di amministratori dello stesso partito possono essere comuni. Il motivo è molto semplice, un programma di mandato non è un romanzo realistico ottocentesco.
Tra l'altro non credo che Auerbach sarebbe stato d'accordo nel definire "eccellenza" e "grandezza creativa" le numerose e scontate banalità in politichese presenti nel programma del "Maestro" Chiodi e nella "mimesi" di Castelli.
Ma il programma uno non ce l'ha già prima delle elezioni?
Non ci si candida presentando un programma?
Mi confondo con altro?