SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’affaire cassa di colmata tiene ancora banco: nella giornata odierna il gruppo di cittadini che nei giorni scorsi si è costituito come Comitato di Salute pubblica ha presentato un esposto al Tribunale di Ascoli per una denuncia/querela «nei confronti di tutte le persone, gli enti e/o organi coinvolti nella vicenda, e/o comunque di chiunque altro dovesse essere ritenuto responsabile nel caso di specie per i reati eventualmente dalla stessa ravvisati».
Reati, o piuttosto ipotesi di reato, che sono menzionati nella lettera che riproduciamo, integralmente, nel formato Pdf (clicca sulla destra, sotto la fotografia, per scaricarla e leggerla).
Lasciamo alla lettura della denuncia eventuali approfondimenti. Sottolineamo alcuni passaggi forse più importanti:
1) PERCHE’ LA CASSA DI COLMATA A SAN BENEDETTO? Il Comitato, nella denuncia, fa presente che il Genio Civile inizialmente avesse previsto di poterla realizzare ad Ancona, Falconara-Fano, Pesaro-Senigallia. Il 18 gennaio 2008 Comune e Capitaneria di Porto di San Benedetto davano parere favorevole per la realizzazione della cassa di colmata a San Benedetto, «al contrario di quanto avvenuto nel Comune di Senigallia, la “disponibilità” da parte del Comune di San Benedetto del Tronto è stata data senza che venisse sentito alcuno: né le Società all’interno della Gestione del Porto, né le rappresentanze sindacali dei pescatori, né il Consorzio delle Imprese e/o le Associazioni nautiche del Comune di San Benedetto del Tronto; né in Ancona, né a Falconara-Fano, né a Pesaro-Senigallia è stata realizzata alcuna cassa di colmata». Riguardo ad Ancona, nella denuncia si legge: «il materiale dragato inquinato, che inizialmente era diretto alla cassa di colmata da costruire all’interno del porto di Ancona (come disposto dall’accordo di programma del 26.2.2008) che poi, per difficoltà (?!) di vario genere non è stata più realizzata».
2) NON SOLO FANGHI DA SENIGALLIA Il Comitato riferisce che dal porto canale senegalliese siano stati dragati «un coacervo di materiali di ogni genere: plastica, vestiario, reti, stracci, traversine di ferro, tonnellate di cavi di acciaio e perfino binari ferroviari, e tutto quanto altro possibile e non descrivibile e/o inquadrabile in un genere specifico, tutto quindi, e non solo “fanghi”, o meglio quei fanghi, che la legge prevede possano rientrare nei “sedimenti” compatibili al reflui mento nella cassa di colmata”».
3) I LAVORI Il Comitato, oltre a chiedere informazioni circa il rispetto di tutte le normative di sicurezza, riferisce che «vi sono persone (come tutte quelle che generalmente transitano per lavoro sulla banchina e nel porto) che possono attestare che il materiale trasbordato “aleggia” e “sgocciola” continuamente sopra la banchina, a stretto contatto con operatori, pescatori, persone, visitatori e quant’altro ed a stretto contatto con “il pescato” dei vari pescherecci, con tutte le conseguenze derivanti, come anche visibile dalle foto qui allegate; inoltre, vi sono persone che hanno più volte visto “sciacquare” in mare le “ganasce” “sgocciolanti”, così versando a mare il residuale ormai liquido!»
4) L’ISOLAMENTO PRESENTE E FUTURO DELLA CASSA Secondo il Comitato, mentre inizialmente si prevedeva che il progetto «pur essendo stato adeguato alle prescrizioni suggerite in sede di conferenza dei servizi (5.5.2009) che richiedevano la “copertura” della cassa di colmata, dopo il suo riempimento, ora prevede soltanto una “chiusura superficiale” con “materiale grossolano” inerte di cava (breccia e sabbia) “per evitare la dispersione in aria dei materiali fini”».
Occorrerà capire se poi alla denuncia del Comitato (comprendente i nomi Romualdo Fanesi, Nazzareno Torquati, Emidio Grossi, Domenico Grossi, Elio Del Zompo, Nicola Romani, Danilo Guidotti e Giuseppe Ricci) di seguirà una effettiva verifica di quanto puntualmente segnalato nelle 13 pagine della denuncia, e se attraverso questa i dubbi (come si spera per la salute di tutti) dissipati.
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scusate, mi collego al vostro sito: ieri trovo le analisi dell’Arpam. Oggi, con molto più spazio, le grida del comitato. Ci sta che mi venga il sospetto che siano vostri amici?
IL DIRETTORE RISPONDE
Non solo la sua domanda è una fesseria ma lei continua a lanciare sospetti da anonimo. Non le sembra ridicolo?
Gianfelice faccia una cosa, vada al porto, prenda un sacchetto e ci metta un kg circa di sabbia raccolta dalla vasca, poi vada in un centro di analisi ( no da fioroni eh!!) e chieda di analizzarle omettendo però che si tratta di fanghi derivanti dal dragaggio del porto.
Rifiuto o non rifiuto??scommettiamo 1000 € sul risultato delle analisi??
direttore, grazie di cuore. Le avevo chiesto una risposta nel merito, ma ricevo solo insulti. Ma intanto la ringrazio di non avermi censurato, visto che di solito o non mi pubblica affatto o taglia o stravolge quello che scrivo. C’è speranza di sapere come mai lei dà più spazio ad un comitato che “sospetta”, piuttosto che ad un ente che analizza scientificamente dati, cioè l’ARPAM? IL DIRETTORE RISPONDE Lei ha un bel concetto della parola insulti (forse si riferiva a quelli da me stravolti, non pubblicati o tagliati ad altri chiamandoli per nome e cognome) mentre non accenna mai ai… Leggi il resto »
Caro Gianfelice, lei è distratto. L’Arpam è stata pubblicata in primo piano, questa notizia soltanto di spalla.
Non trova più interessante, piuttosto che i meri dati e distrazioni varie, che ne so, la denuncia della pulizia delle ganasce in mare aperto, scritta nella querela di questo comitato ma già accennata in conferenza stampa da Lorenzo Rossi di Rifondazione Comunista di Grottammare?
Cordiali saluti
Carissimo Direttore, mi tagli speso perché sono troppo crudo e diretto ma io metto nome e cognome. A questo pseudo Gianfelice T dai spazio anche per infangare, non è normale, questo fatto, secondo me.
caro Flammini,
la ringrazio della segnalazione. Sui "problemi" in mare, del resto, ci sarebbero varie cose da dire, compresi approfondimenti di qualcosa di cui vi siete già occupati in passato: i pescherecci che pescano vicini alla spiaggia, del tutto impunemente… Grazie, a presto.
Come al solito sono all'opposto di "Gianfelice". A dire il vero, volendo provare ad essere obiettivo, ho trovato strana la pubblicazione della nota dell'arpam; non perchè l'arpam non debba essere pubblicato, ma perchè non mi pare contenga alcun elemento nuovo rispetto a quanto già reso pubblico dall'arpam stesso. Ad ogni modo questo giornale ha deciso di seguire in modo corretto la vicenda e quindi, pur in assenza di un vero fatto nuovo, ha ritenuto giusto pubblicarlo. Al limite, la contestazione possibile è l'eccessiva solerzia. Viceversa, la presentazione di un esposto rappresenta una novità rilevante. Mi pare logico che gli si… Leggi il resto »
Ribadisco quello che ho scritto in altri articoli,
Gaspari ha chiaramente detto che è stato ricattato (cassa di colmata -> grande opportunità), ci spieghi, per favore, cosa avremo indietro nell'accettare le zozzerie di Senigallia.
Nessuno mette in discussione la professionalità dell'ARPAM, ma noi Italiani siamo bravissimi a mettere le "maschere".
All'ARPAM si fa prelevare un campione di fanghi, ma poi, come denunciato dal comitato, nella cassa di colmata ci finiscono cose che fango non sono.
Direttore, per favore, chieda a Gaspari che cavolo di opportunità avremo! A cosa si riferisce???
Sì Daniele hai colto nel segno. Abbiamo pubblicato l’Arpam per completezza di informazione, perché è un’autorità pubblica ufficiale, anche se grossomodo ripeteva quanto già esposto in precedenza. Le questioni poste nella denuncia, invece, sono spesso politiche e non passibili di reati. A questo proposito vorrei chiedere all’amministrazione: perché in occasione della centrale a biomasse ideata dalla giunta Martinelli (che ha commesso molti errori, ma qualcosa di buono l’avrà fatto…) in zona Ponterotto, nonostante l’inquinamento prodotto fosse soltanto quello dei camion che dovevano trasportare nella centrale potature e vegetali vari, si è provveduto a bocciare il progetto, rinunciando a fior di… Leggi il resto »