SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’area della Sentina sta a cuore a molti cittadini sambenedettesi e non solo. A proposito riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, Giuseppe Quinzi.

«Facciamo della Sentina un’oasi naturale che sia utile per lo sviluppo culturale dei bambini, per un turismo scolastico. Ripristiniamo tutto quanto l’uomo ha modificato, ristrutturiamo i casolari da destinare poi a fattorie a tema con parchi attrezzati, un orto botanico come luogo di studio, di formazione scientifica, di sperimentazione e di didattica e piccoli orti agricoli da destinare ai pensionati.

Ricordo il mio maestro quando organizzava le passeggiate primaverili, ci portava alla Sentina e c’insegnava ad apprezzare e conoscere le bellezze della natura. Soprattutto a primavera, con le tartarughe, le grasselle, i pesci nel laghetti, le fattorie gestite da contadini, la Sentina era un posto tranquillo e rilassante dove si ascoltava il rumore del mare, il canto degli uccelli, il verso degli animali delle fattorie, i rumori degli acquatici e si osservava la bellezza della flora: un vero paradiso.

Sono passati tanti anni e l’egoismo dell’uomo nel tempo ha modificato e stravolto l’ambiente della Sentina. È vero, la Sentina è ora un’area naturale protetta delle Marche, ma serve un comitato d’indirizzo che ascolti, si confronti con i saperi, che abbia la passione, la capacità e voglia di progettare.

Uniti, proteggiamo la riserva naturale Sentina, se questa non è occupata dalla gente e dai bambini che amano la natura per il bene collettivo, essa col passare del tempo sarà ulteriormente modificata e occupata a fini speculativi».