SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Nel Piceno quella di San Benedetto è la realtà più importante governata dal Pd. E il Pd sambenedettese deve avere la forza di portare avanti la sua istanza e ottenere che il segretario provinciale venga eletto dalle sue fila».
Fabio Urbinati, consigliere comunale del Partito Democratico, ha sostenuto questo concetto in sede di assemblea degli iscritti al partito, lunedì sera, proponendo che il successore di Mauro Gionni venga scelto dalla terna di nomi Antimo Di Francesco, Loredana Emili e Margherita Sorge. Si tratta dei tre assessori di fede Pd nella giunta Gaspari.
Rinnovando l’appello all’unità del partito, e chiedendo di fare un passo avanti nei dibattiti «perché da quattro mesi si parla solo della sconfitta elettorale, ora basta», Urbinati e altri esponenti giovani della “base” sambenedettese del partito hanno poi fatto questo appello, nell’ottica delle prossime elezioni regionali: «I candidati alle regionali devono uscire dalle scelte compiute dalle sezioni del partito, non dovranno essere imposti dall’alto. Questo sarà fondamentale, se davvero si vuole un rinnovamento nel Partito Democratico».
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Ha ragione il consigliere Urbinati, "I candidati alle regionali devono uscire dalle scelte compiute dalle sezioni del partito, non dovranno essere imposti dall’alto".
Come è stata scelta la candidatura di Mandozzi alle provinciali, alla stessa maniera.
Perché un segretario Comunale, che dovrebbe essere l’espressione di tutto il PD si è palesemente espresso per il Candidato Marino alla presidenza della segreteria nazionale?
Chi vuole avere la rappresentanza di tutti non deve esprimere pareri personali, se non tra amici e parlare esclusivamente a titolo personale, questo viene chiesto ai rappresentanti, altrimenti si rappresenta solo una parte.