SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non è un bel periodo per le industrie del Piceno. In tempo di crisi economica si susseguono le chiusure degli stabilimenti, ultima la Manuli Rubber di Ascoli. Per questo acquista ancora più rilevanza la notizia di un’azienda locale, la Sagi di Ascoli – che produce frigoriferi, banchi frigo, vetrine refrigerate per ristoranti, comunità, bar e pasticcerie – che lancia un nuovo prodotto, innovativo e di design, per entrare in nuovi segmenti di mercato.

La Sagi, circa 90 dipendenti e un fatturato di circa 22 milioni di euro, è di proprietà del gruppo Angelo Po di Carpi, ma tutto lo sviluppo avviene ad Ascoli, e dirigenti e quadri provengono dal territorio Piceno.
«Siamo nel settore refrigerazione dal 1980», dicono il direttore operativo Sandro Rella e la responsabile marketing, dott.ssa Vesperini, «ma il nostro marchio è poco noto al pubblico, in quanto i nostri prodotti vengono usati nei laboratori, “dietro le quinte” quindi. Abbiamo pensato che fosse il momento di creare un prodotto innovativo e più visibile al pubblico, come la nuova linea di vetrine verticali refrigerate da esposizione Luxor, la cui produzione è iniziata a fine giugno e che è già un punto di riferimento nel settore, per qualità, design e cura dei particolari.
La tecnologia e il know how provengono interamente dal nostro Ufficio sviluppo prodotti, dall’esperienza ormai trentennale. Per il design, invece, abbiamo avuto l’intelligente idea di avvalerci della collaborazione dello studio MussapiDesign di Milano, che tra le altre cose sta arredando le sale riunioni della Banca di Shanghai. Si tratta di una linea elegante e tecnologica, che si adatta bene agli arredi minimalisti che tanto vanno di moda ma anche ai locali storici come il Caffè Meletti, dove Luxor è già all’opera».
«L’obiettivo – continuano – è un prodotto di lusso e di design ma alla portata di tutti: il prezzo di listino è di 3.300-3.400 euro. Se avessimo creato un prodotto di qualità ma dal prezzo troppo alto saremmo stati fuori mercato. Nelle Marche ci sono molti esempi di aziende che si distinguono per innovazione e design anche se piccole e che vanno avanti anche in tempi di crisi, noi vorremmo essere tra queste».
Il direttore commerciale Ettore Brasca sottolinea che «le linee produttive sono già sature, abbiamo venduto un centinaio di pezzi nonostante la presentazione ufficiale del prodotto sarà a settembre. In autunno potenzieremo la produzione, per il primo anno puntiamo a vendere un migliaio di pezzi. Noi vendiamo principalmente in Europa occidentale e orientale, ma anche in Medio oriente (Dubai), Sudest asiatico e Australia. Però è una competizione dura sul mercato, anche le aziende cinesi ormai puntano su qualità e tecnologia».
Di innovazione come strumento per uscire dalla crisi economica parlano anche il presidente della Provincia Piero Celani, intervenuto telefonicamente alla presentazione del prodotto tenutasi martedì 4 agosto presso lo chalet Kon Tiki di San Benedetto, e gli assessori provinciali Piunti e Gabrielli. Secondo Celani «le nostre aziende devono uscire fuori dai confini delle Marche, farsi conoscere all’estero con prodotti nuovi e innovativi, posizionarsi da protagoniste sul mercato».
Per Piunti «le Marche sono leader nell’innovazione: non dobbiamo piangere su noi stessi, ma puntare sulle nostre eccellenze per fermare l’emorragia di posti di lavoro». Bruno Gabrielli propone invece di «allargare il marchio del territorio Piceno, che stiamo creando e che proporremo nelle fiere all’estero per promuovere il nostro territorio, alle eccellenze industriali e produttive, in modo che la promozione turistica e commerciale sia congiunta».
Confindustria Ascoli, nella persona del vicepresidente Tommaso Caroselli Leali, chiede però ai politici «non solo parole, ma gesti concreti. Non vogliamo soldi, ma agevolazioni: non si possono attendere oltre 5 anni per costruire un capannone, com’è capitato alla mia azienda. L’attività industriale è la più complessa tra le attività professionali, perché il prodotto all’inizio non c’è, va creato dal nulla: bisogna investire, scommettere, conciliare le idee con i problemi industriali e di produzione. Anche innovare non è facile, appena esce un nuovo prodotto i cinesi in poco tempo lo copiano in modo identico a 1/3 del prezzo. Serve impegno, passione e amore per il proprio lavoro. L’altro giorno abbiamo proposto a Giulietta Capriotti, presidente del consiglio comunale, di predisporre un tavolo con 4-5 imprenditori che conoscono quali sono i problemi delle imprese: altrimenti si chiacchiera solamente. Inutile che i politici corrano adesso dalla Manuli, lì la decisione è stata già presa “da lontano”. Bisogna invece creare le condizioni perché le competenze dei suoi dirigenti e dipendenti possano confluire in nuove imprese del territorio».