“Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri”.
Paolo Borsellino

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono passati 17 anni ma nelle menti e negli occhi è ancora vivo quel tragico giorno, il 19 luglio del 1992, in via D’Amelio a Palermo. Cinque agenti di scorta ed il magistrato antimafia sono stati fatti saltare in aria con circa 100 kg di tritolo. Ma la figura, ciò che ha rappresentato e tuttora rappresenta per la società, non sono stati spazzati via da quel boato del 1992, ma anzi, si sono rafforzati negli anni, fino ad arrivare al 19 luglio 2009, giornata in cui in tantissime città italiane si ricorderà Paolo Borsellino e la sua scorta, direttamente dai cittadini, dai giovani, da chi ha creduto e crede ancora in quei valori.

Infatti, in contemporanea con la manifestazione in ricordo di Paolo Borsellino di Palermo il 19 luglio, il Meetup di San Benedetto del Tronto e quello di Ascoli Piceno organizzano un evento nelle nostre città, coinvolgendo tutti i cittadini.

I due Meetup hanno infatti risposto compatti e uniti all’appello di Salvatore Borsellino che vuole più che mai ricordare suo fratello attraverso la partecipazione: «Non vorrei – ha infatti dichiarato – che quello che stiamo preparando venisse chiamato o inteso come “commemorazione”. Quel giorno il buio che questo sistema di potere ha fatto calare su tutto quanto riguarda Via D’Amelio, il centro del SISDE sul castello Utveggio, l’agenda rossa sottratta e per cui viene negato anche un dibattimento in un pubblico processo, si deve necessariamente interrompere e per un giorno i riflettori sono accesi e illuminano tutta la scena. È questo momento di pausa nelle tenebre che io voglio sfruttare per fare arrivare alla massa inerme dell’opinione pubblica il nostro grido di verità e di giustizia. È la nostra ultima occasione o dobbiamo rassegnarci a vivere in un paese di schiavi».

La manifestazione sambenedettese si terrà in Viale Buozzi a partire dalle 16 con una passeggiata simbolica per le vie del centro con lo striscione “Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe”. Alle 16,55 – nell’ora dell’esplosione della bomba che uccise il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta – verrà riprodotto il suono di un’esplosione seguita da un minuto di silenzio. A seguire, dalle 17 alle 20 in viale Buozzi si terrà una declamazione di versi contro la mafia, proiezione di filmati interventi di Gianni Ricciardi ( Fondazione Antonino Caponetto) ed Udo Gumpel ( giornalista ed autore del libro “l’Unto del Signore”) ed un collegamento straeming con Palermo con intervento di Salvatore Borsellino.

Per ricordare.

Agostino Catalano, 43 anni, capo scorta del giudice Paolo Borsellino, morto nella strage di via D’Amelio. Era sposato e padre di tre figli. Raccolto agonizzante in via D’Amelio, per Catalano non c’è stato nulla da fare. L’agente lascia due figli orfani. Aveva infatti perso la moglie nei mesi scorsi.

Walter Eddie Cosina, 30 anni. Era nato in Australia. Morto durante il trasporto in ospedale. Lasciava la moglie Monica.

Vincenzo Li Muli, 22 anni. Il più giovane della pattuglia. Da tre anni nella Polizia di Stato, aveva ottenuto pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.

Claudio Traina 26 anni. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano e Alessandria, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città: Palermo. Sposato e padre di un bambino in tenera età.

Emanuela Loi
aveva 24 anni quando morì in via D’Amelio. Emanuela stava per sposarsi. Fu la prima agente donna della Polizia di Stato a venire uccisa in servizio.