SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A quasi quattro mesi dalla ripresa della produzione incontriamo Vincenzo Ciulla, l’imprenditore che ha preso in mano le sorti di un’azienda che sta molto a cuore alla città, la ex Surgela. Una gloriosa azienda dell’agroindustria sambenedettese che con il marchio Ortofrost e la nuova gestione dell’imprenditore agrigentino pare essersi lasciata alle spalle i tempi bui del 2007-2008, culminati con il fallimento della Foodinvest Verde di proprietà della Malavolta Corporate.
Ciulla è subentrato con la formula dell’affitto di azienda della durata di tre anni, rinnovabile per altri tre. L’8 gennaio scorso, intanto, è stata dichiarata fallita la Foodinvest Verde, la società del gruppo Malavolta che gestiva lo stabilimento di via Verbania.
Dal mese di aprile scorso, 34 fra operai e frigoristi lavorano alle linee produttive. I lavoratori che sono rimasti a casa sono ancora in cassa integrazione, alle prese con gli emolumenti che arrivano ogni due-tre mesi dall’Inps. Fino alla crisi aziendale infatti in via Verbania lavoravano 85 persone. Poi per tutti scattò la cassa integrazione e ci fu la concreta possibilità che la storica azienda di surgelati vegetali smobilitasse del tutto. Ora questo nuovo inizio.
Ciulla, nel febbraio scorso disse a Rivieraoggi.it che la produzione sarebbe ripartita gradualmente, che non cercava fanfare annunciatrici e che chiedeva pazienza prima di essere giudicato. Un bilancio di questi primi mesi.
«Stiamo rispettando il piano produttivo che abbiamo stabilito a fine 2008. Abbiamo concluso la campagna produttiva dei piselli, stiamo lavorando alle campagne del prezzemolo e dei fagiolini, presto partirà la produzione di zucchine, patate, pomodori, borlotti, spinaci surgelati. Per fine ottobre contiamo di avere un assortimento completo di prodotti vegetali surgelati, oltre alla gamma di minestroni. Abbiamo una commessa dignitosa dalla Nestlè (cliente storica della ex Surgela, ndr), contratti commerciali attivi, produciamo per la mia filiera del gruppo Vinfood e presto arriveremo anche nei supermercati. Da settembre apriremo anche uno spaccio aziendale qui in via Verbania, che sarà aperto al pubblico. Ritengo che il bilancio sia positivo, nonostante lo scetticismo iniziale».
Con quali criteri ha scelto gli operai da riassumere subito? Cosa si sente di dire a coloro che sono rimasti a casa?
«Non ho seguito criteri particolari. Vede, quando la produzione sarà a pieno regime, in autunno, discuterò con i sindacati per la pianificazione dei mesi successivi. Man mano che riprendiamo fette di mercato, sarà mio impegno cercare di aumentare il personale. Chi lavora qui ora rimarrà anche l’inverno prossimo. Lavoratori stagionali? Vedremo se ce ne sarà necessità».
Prima ha usato la parola scetticismo.
«C’è stato, non lo nascondo. Guardate, io passo molto del mio tempo qui alla Ortofrost. Ho investito molto e voglio investire ancora qui. Mi sento addosso l’onore e l’onere di avere la responsabilità di 35 famiglie, ho preso un impegno con loro. Fra tre o sei anni vorrei che questo stabilimento viaggi da solo».
Da solo ma con lei o senza di lei?
«Con me, ovviamente. Un investimento come quello che ho fatto non si recupera certo in quattro mesi».
A febbraio ci parlò di questo obiettivo per fine anno: bilancio in pareggio e fatturato di sette milioni di euro. «Lo confermo, l’obiettivo è sempre quello».
Quanto ha investito finora nella ripresa produttiva di questo stabilimento?
«Più di due milioni di euro. A febbraio ho investito nella manutenzione straordinaria dei macchinari. I dipendenti li pago con capitali miei. Con le imprese agricole ho cercato di impostare relazioni durature per le forniture dei prodotti freschi. Gli esorbitanti costi delle forniture idriche li pago io. Pensate, il costo dell’acqua è più alto del costo del personale, abbiamo un consumo altissimo in questo tipo di industria. Paghiamo quasi quattro volte in più di quanto pagano in Abruzzo, dove le aziende agroalimentari nel conteggio delle tariffe sono equiparate alle aziende di allevamento. Auspico che le istituzioni, il Comune di San Benedetto, ci aiutino su questo versante. Dal presidente dell’Ato Stefano Stracci ho già ricevuto un primo interessamento. Una revisione delle tariffe non sarebbe un favore al sottoscritto, servirebbe a tutto il distretto produttivo».
La questione del fallimento della Foodinvest Verde e le vicissitudini del gruppo Malavolta hanno un influsso sulla sua gestione?
«Dopo l’estate spero che la situazione si chiarisca meglio. In particolare, spero che i commissari giudiziali della Tecno Campus e della Verde Italia (due società del gruppo Malavolta in regime di concordato preventivo, ndr) accolgano la mia richiesta di acquisto delle trebbie di proprietà di queste due società. Un diniego da parte dei commissari sarebbe traumatico, non lo nascondo».
Quali sono i suoi rapporti con la famiglia Malavolta?
«Non ho rapporti se non quello di ottemperare agli obblighi inerenti all’affitto dell’azienda».
Ci congediamo da Ciulla in questo caldo pomeriggio di luglio, dopo aver fatto un giro fra le linee di produzione. Gli operai lavorano, il prodotto c’è (vedi video allegato). Tutta un’altra atmosfera rispetto ai tempi bui dell’inverno 2008, quando la fabbrica era ferma, data per spacciata, e c’erano 80 persone in mezzo a una strada. Oggi, seppur a ranghi ridotti, la ex Surgela è tornata a vivere. Auspichiamo una soluzione per quei dipendenti che sono rimasti fuori.
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"Pensate, il costo dell’acqua è più alto del costo del personale, abbiamo un consumo altissimo in questo tipo di industria. Paghiamo quasi quattro volte in più di quanto pagano in Abruzzo, dove le aziende agroalimentari nel conteggio delle tariffe sono equiparate alle aziende di allevamento. Auspico che le istituzioni, il Comune di San Benedetto, ci aiutino su questo versante"
Basterebbe poco per incentivare l'industria sul nostro territorio. Bisognerebbe anche dare un occhio ai costi per lo smaltimento dei rifiuti.
Ma fin quando gli amministratori pubblici imiteranno le sanguisughe, non ci sarà sviluppo.
Speriamo gli elettori lo capiscano.
Sono felice che una realtà importante per la città come era la Surgela può continuare a lavorare.
Spera che il Sig. Ciulla non deluda le aspettative di una città troppe volte violentata da "avventurieri stranieri".
In bocca al lupo e buon lavoro!
La vita “torna alla SURGELA; stabilimento importante dal glorioso passato.
OGGI ORTOFROST.
IL passato è stato ed è irreversibile non possiamo più metterci le mani.
E’ sul futuro, e su di lui che si può avere qualche chanches di metterci mano.
IL futuro è cambiamento, prendiamone atto, mettiamoci mano, rinnoviamo la produzione dello stabilimento, investiamo sul personale, sui ricercatori del settore afinchè lo stabilimento ridiventi produttivo, è importante per l’intera comunità di Porto d’Ascoli.
Un imbocca al lupo e buon lavoro al nuovo manager Vincenzo Ciulla
Vincenzo Ciulla, l’imprenditore venuta dal nulla salverebbe il sito produttivo di San Benedetto? Ma via non crediamo alle favore di “cappuccetto rosso”. Ma qualcuno delle istituzioni, dei sindacati dei lavoratori si è chiesto dove abbia preso le fidejussioni? Di chi sono veramente i capitali?
Carissimo VERITAS09 o carissimi. Spiegami il motivo: per cui tutti quei lavoratori che sono stati per un anno intero fuori dai cancelli tra il freddo e il caldo con le istituzioni che li hanno abbandonati ovvero presi in giro li hanno solo usati per scopi politici: vetrine passerelle ecc… poi un bel giorno si sono visti arrivare un bell’uomo distinto brizzolato dal nord con grandi idee innovative mille proggetti un grande oratore, da quel momento offuscò la vista a tutti anche a qualche pezzo grosso e tutti lo seguirono e tutti ci banchettarono e tutti lo presero nel… ops. Un… Leggi il resto »
Io non conosco il sig. Ciulla, non so che intenzioni abbia ma sicuramente il aftto che abbia fatto ripartire lo stabilimento è buon presupposto. Certo sarebbe avventato sparare sentenze sulla persona (sia negative che positive) ma apprezzo il fatto che non abbia abbandonato una realtà industriale così importante per il territorio nonostante le difficoltà. I Sambenedettesi, prime delle amministrazioni, devono vigilare.
Complimenti Ciulla ,bravo hai avuto il coraggio d'avventurarti a Porto d'Ascoli, quel coraggio mancato agli imprenditori locali .Sei riuscito a riprendere i contatti con la Nestlè che ben conosce il parco macchine dello stabilimento e le risorse umane . Ora devi mantenere fede a quello che in più occasioni hai dichiarato: ricollocare le circa 80 unità lavorative. Buon lavoro
Carissimo o carissimi amici di Maidirewinx,
Forse non hai ben interpretato il senso di ciò che volevo dire per favola di “cappuccetto rosso”. Vedi, la mia attenzione voleva proprio focalizzarsi su dove il dott. Vincenzo Ciulla abbia recapitato tutti quei “PICCIOLI” da investire non solo per affittare l’ex foodinvest, ma anche l’ex nuova orsa maggiore. O forse voi credete che i PICCIOLI sono PICCIOLI e che la loro provenienza non ha importanza. Staremo a vedere, anche se nel mondo, affari e morale non vanno affatto d’accordo e la corruzione prevale spesso.
Gentile direttore, ciò che scrive Veritas09 non è un’opinione, non è un commento politico o una considerazione personale su un fatto. E’ un’accusa, e anche grave. Queste denunce, se vere e fondate, si fanno nelle sedi opportune, non nei commenti di un giornale online. IL DIRETTORE RISPONDE Caro Gundam, è sicuramente un suo sospetto ma un’accusa proprio no. E nemmeno una denuncia. Io non l’ho considerata tale perché chi commenta si pone delle domande, scomode quanto vuole, ma sempre domande sono. Se, invece, si riferisce a “piccioli” fa un processo alle intenzioni e basta. Difficile, direi addirittura impossibile, avere quasi… Leggi il resto »
Prego il direttore di pubblicare il mio commento .grazie
IL DIRETTORE RISPONDE
Io la prego invece di farsi capire. Lo riscriva in modo chiaro e, senza giudizi su persone o cose ma solo considerazioni oggettive in quanto lei è completamente anonimo.
Grazie
Direi di smetterla con questa cultura del sospetto figlia del sindacalismo anni 70, dove un imprenditore è un nemico da distruggere. Scommetto Veritas che se Ciulla era milanese queste considerazioni non le avrebbe fatte. Intanto lo stabilimento è ripartito, i lavoratori piu meritevoli riassunti, perche nn dimentichiamoci che c'è gente entrata in surgela con lo sponsor poltico, anni fa contava piu di 200 dipendenti (quando ne bastavano un terzo) e magari in 3 anni ha lavorato 3 mesi prendendo fisso le malattie o altri escamotage x non lavorare. Non vorrei che queste insinuazioni derivino oltre che dal razzismo verso i… Leggi il resto »
Carissimo direttore,sono Uddiu85, ad oggi purtroppo il mio commento non è stato pubblicato, non è stato scritto per polemica ma solo per sete di giustizia. Come persona a conoscenza dei fatti posso farle nome e cognome dei falsi malati ed infortunati. Comunque a prescindere dalla pubblicazione o meno le porgo la mia stima e i miei ringraziamenti