MILANO – La Gialappa’s via da Italia Uno: Sky e Raidue le possibili prossime mete.

La clamorosa notizia, riportata dal portale Tvblog, sarebbe in qualche maniera legata all’altrettanto clamoroso passaggio del gruppo di “Scorie” sulla rete di Luca Tiraboschi. Savino, Digei Angelo e tutta la loro banda, sbarcheranno infatti a “Colorado” (sostituendo Beppe Braida) ereditando allo stesso tempo la conduzione dei vari show irridenti verso i reality, un tempo legati a doppio filo al marchio “Mai dire”.

Il divorzio dei tre speaker dal canale giovane di Mediaset arriva dopo vent’anni di fittissima e fortunata collaborazione. Un lungo sodalizio nato nel 1989 con “Mai dire Banzai” e che ha raggiunto il suo apice con le nove edizioni di “Mai dire gol”, vera e propria palestra per futuri comici e presentatori di successo come Claudio Bisio, Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Aldo Giovanni e Giacomo, Maurizio Crozza, Gene Gnocchi e Simona Ventura.

Ventura che, a sorpresa, potrebbe incontrarsi di nuovo con il trio milanese, nel caso quest’ultimi decidessero di firmare un accordo con Viale Mazzini. Qui potrebbero curare quasi certamente una rubrica comico-ironica sull’ “Isola” o “X-Factor” e magari affiancare, come ipotizza il sito sopra citato, la stessa showgirl a “Quelli che…il calcio”.

Non va però sottovalutata l’opzione Sky, che già nel 2006 offrì a Santin, Gherarducci e Taranto l’occasione di commentare goliardicamente i Mondiali di calcio in Germania. Dopo i sì di Fiorello, Panariello, Cuccarini non è dunque escluso un altro approdo d’eccezione sulla piattaforma di Rupert Murdoch.

Una cosa è comunque certa: a prescindere da quale sarà la futura destinazione della Gialappa’s, questa non potrà che essere salutare. Esclusi i picchi toccati con “Mai dire Grande Fratello”, da almeno tre anni i famosi speaker non riuscivano ad esprimere al meglio le loro potenzialità. La superlativa bravura del Mago Forest non bastava per tenere in piedi degli spettacoli fragili alla radice, contornati da comici di quart’ordine e mediocri anche sotto il profilo degli ascolti. Meglio cambiare aria quindi, anziché ammuffire nella costante ripetitività di un’etichetta.