SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Grande soddisfazione per l’ottimo risultato conseguito da Rifondazione Comunista a San Benedetto alle ultime provinciali, ma anche una irritazione per quella che viene definita “consegna gratuita” della presidenza della Provincia al Popolo della Libertà di Piero Celani. Opinioni e sensazioni del consigliere comunale Daniele Primavera, del neo eletto consigliere provinciale Gabriele Marcozzi e del segretario cittadino di Rc, Mirko Marcozzi.
Dichiarazioni di legittima soddisfazione per un risultato positivo per il partito in città (superiore al 5%), nelle quali però non sono mancate ovvie stoccate al Partito Democratico locale: «Ha ragione Gaspari quando dice che serve un bagno d’umiltà – ha esordito Daniele Primavera –  ma va detto  che avevamo sostenuto più volte che la strada intrapresa dal Pd era pericolosissima. Una profezia avveratasi, alla quale deve ora seguire un cambio di rotta per ripartire».

Parole che denotano anche un giudizio sulla possibile strada per l’unità del centrosinistra, basata però sui programmi, sui progetti politici e sulle idee. Ed anche su un cambio della guardia all’interno del Pd: «Chi sbaglia deve prendersi le proprie responsabilità, come ha fatto il direttivo nazionale di Rifondazione nel 2008 dopo le politiche», dice il neo eletto Gabriele Marcozzi. E ancora Primavera: «E’ necessario voltare pagina con una mentalità nuova, ma non possiamo riallacciare i contatti con chi la sinistra ha contribuito in questi mesi a spaccarla».

«Non siamo stati noi i divisori. Rifondazione aveva semplicemente chiesto la conferma della ricandidatura del presidente uscente. Così non è stato, dato che Rossi è stato sfiduciato e giudicato in maniera scandalosa l’unico responsabile della nascita della nuova provincia di Fermo. Strumentalizzazione bella e buona, in Parlamento Rc votò contro l’istituzione. La divisione del patrimonio? Una questione tecnica a cui hanno lavorato i tecnici, Rossi che doveva fare?».

E a chi chiedeva se, col senno di poi, non sarebbe stato meglio far concorrere Rossi alle primarie di coalizione, contando su una quasi certa vittoria di quest’ultimo, Primavera ha ribattuto seccamente: «Sì, probabilmente si sarebbe imposto, ma senza l’appoggio della coalizione, che gli aveva già voltato le spalle, non avrebbe avuto alcun senso».

Gabriele Marcozzi, volto nuovo della politica cittadina (ha 24 anni e fa l’operaio elettrauto a Porto d’Ascoli), è l’unico sambenedettese eletto in consiglio provinciale da una forza del centrosinistra. Campione di voti nel collegio 5 con oltre l’8% dei consensi.
Proprio da lui e dal segretario suo omonimo (non sono parenti) è arrivata l’analisi più dura: «Gaspari aveva auspicato una bocciatura del nostro schieramento. Il nostro exploit dimostra invece che il primo cittadino si era sbagliato e che alla resa dei conti i cittadini ci hanno apprezzato. Non siamo stati noi a volere questa situazione. Fossimo in lui ci chiederemmo al contrario perché molti elettori ad Ascoli abbiano votato per Canzian, rifiutando contemporaneamente di esprimere una preferenza per Mandozzi».

VICENDA CAPRIOTTI  Non poteva infine mancare una domanda in riferimento alla “particolare” situazione di Settimio Capriotti, assessore alla Viabilità e alle Politiche del Mare nella giunta Gaspari. Rifondazione come noto dallo scorso marzo è fuori dalla maggioranza e così intende restare; Capriotti venne scelto dal sindaco su indicazione di Rifondazione stessa (tra le cui fila aveva mancato l’elezione in consiglio comunale nel 2006), attualmente non è formalmente un iscritto al partito in quanto non ha rinnovato la tessera: «Chiunque rimanga nell’attuale amministrazione non ci rappresenta. La questione ora riguarda Capriotti e il sindaco. Certo, riguarderebbe noi qualora l’assessore dovesse venire a richiederci il rinnovo della tessera di partito. Cosa che finora non ha fatto».