SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Come da qualche anno a questa parte l’associazione culturale “Dante Alighieri” offre al pubblico cittadino ed a quello turistico una “chicca culturale” di produzione locale. Questa volta si tratta della mostra di circa 50 foto scattate dall’allora giovanissimo Giorgio Sgattoni che, all’età di  circa 9 anni, siamo nel 1908, andava raccogliendo con la sua macchina fotografica preziosi documenti fotografici da consegnare alla storia della Riviera.

A questa raccolta di testimonianze è stato dato il titolo di “La Moda ai Bagni” che si terrà presso la Palazzina Azzurra con apertura sabato 13 giugno alle 18,30 accompagnato da un originale “gelato party”. Gli orari di apertura giornaliera saranno dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 eccetto il lunedì.

Sono immagini scattate durante la stagione estiva che allora si chiamava “villeggiatura” tra la fine dell’800 e gli anni ’20. Un tipo di vacanze appannaggio esclusivamente di un ceto sociale “nobile” che se lo poteva permettere mentre la gente comune usava le stesse acque per lavarci i panni o stenderli ad asciugarli, tanto per intenderci.

Il presidente dell’associazione Lina Lazzari tiene a precisare: «La nostra città non gode di una tradizione storica se non a partire dal 1850 circa, proprio quando il nostro Giorgio Sgattoni iniziava a raccogliere queste testimonianze visive. Era il tempo quando la nostra città, nel giro della nobiltà, era considerata tra i luoghi di “villeggiatura estiva più esclusiva” e già allora rinomata per le sue acque ed il suo clima»

Gli fa eco il vice presidente Tito Pasqualetti il quale legge un pezzo del Corriere della Sera, datato 1888 che nella sua rubrica sui luoghi più “in “ dell’Adriatico cita, tra l’altro:« Lungo l’Adriatico non mancano alcune perle per le villeggiature più “sciccose”, tra queste segnaliamo senz’altro San Benedetto del Tronto”.

Mentre il Premio Truentum e Presidente Onorario Ugo Marinangeli rileva: «Successe che, con il ritirarsi del mare iniziarono a spuntare i primi stabilimenti balneari, i primi alberghi (Progresso) e incantevoli villini lungo Viale Trieste, punta nord estrema del Lungomare, come quello situato al numero 28 che sta malinconicamente cadendo a pezzi dopo che il proprietario, di origine ebrea, fu ucciso in un campo di concentramento tedesco. Anche questo è patrimonio della città e andrebbe preservato».

Ad attendere al party di apertura la Lazzari “promette” la presenza in carne ed ossa di alcuni “personaggi” tutti da gustare. Tra le foto, molte quelle di signore in mutandoni e ombrellino, alcune in accappatoio, ed una “audacemente abbigliata con una sigaretta tra le labbra” che per quel tempo era tra i picchi della trasgressione.

L’associazione intende ringraziare tra gli altri la Regione e l’assessore Sandro Donati, e molti altri senza il cui contributo non sarebbe stato possibile, dopo quella dello scorso anno dedicata alla “Pesca Oceanica” questa «operazione culturale –conclude la Lazzari- che è stata possibile grazie al contributo di entità locali con un forte senso dell’appartenenza»