dal settimanale Riviera Oggi numero 776
GROTTAMMARE – Non c’è nulla, come una crisi economica, in grado di sradicare le abitudini consolidate, invertire le rotte e aprire gli orizzonti anche ai più tradizionalisti. Solo un terremoto può azzerare le posizioni e crearne di nuove con una forza ancora maggiore.
Il tran-tran quotidiano è una delle certezze che maggiormente vacillano. In alcuni settori però la crisi sembra essere passata non come un tornado, ma come un refolo di vento. Si è modificato il modo di mangiare, di lavorare, il modo di vestire e di divertirsi, ma sono rimaste quasi intatte altre abitudini, come quella di andare dal parrucchiere o dall’estetista. Ormai il culto dell’immagine si è fatto linguaggio primario, merce di scambio e mezzo di affermazione: alle sue spalle fiorisce un’industria che non conosce crisi finanziarie o fiammate inflattive. Al contrario, il settore sa adattarsi alle nuove tendenze del mercato, alle esigenze di tempo e di spesa dei consumatori. Indagando sulla situazione grottammarese si nota come proprio ciò in realtà che potrebbe essere considerato superfluo e non strettamente necessario, non risente troppo del momento economico sfavorevole.
La parrucchiera Tiziana Cimini assicura che lei lavora comunque: «Come sempre c’è chi viene e c’è chi va, si ha voglia anche di cambiare. Ma non si rinuncia al taglio e alla piega. Forse qualche signora che veniva tutte le settimane, ora qualche volta salta, ma sostanzialmente il lavoro non è diminuito». La stessa opinione ha Marisa Galiè titolare della parrucchieria Galiè e Marconi. «La differenza potrebbe esserci nei mesi estivi con l’arrivo dei turisti. Vedremo se come gli anni passati verranno a farsi la piega ogni settimana o se ne faranno a meno. Per quanto riguarda la mia clientela fissa, quella locale, posso dire che le abitudini non sono cambiate». Anna Lettieri concorda: «Al massimo qualcuno che veniva tutte le settimane ora viene quindicinalmente, ma niente di più».
Stessa condizione fortunata per i centri estetici e per i centri abbronzatura. Giordana, collaboratrice del centro Batik, dice che «per quanto riguarda le lampade abbronzanti c’è stato un calo nel mese scorso, ma attribuirei più la colpa al brutto tempo. Le persone quando vedono il primo sole hanno voglia di abbronzatura, tanto che già con i primi di maggio abbiamo notato un forte aumento delle richieste. Per quanto riguarda i trattamenti estetici invece non c’è stata nessuna diminuzione». Laudice Cicconi, proprietaria del centro estetico Laudice, conferma: «La crisi c’è, ma il nostro settore è stato colpito in maniera molto leggera e marginale. Lavoriamo comunque perché donne e uomini non rinunciano alla propria bellezza e alla cura del corpo». I dati che abbiamo raccolto sono un autentico segnale in controtendenza rispetto al crollo dei consumi. In tempi economicamente sempre più cupi, concedersi una messa in piega, un massaggio o un solarium è un lusso che diventa alla portata di molti, un esercizio sempre più di massa di edonismo autoconsolatorio riservato non più soltanto alle star. Nella nostra epoca così veloce, carica di incertezze e cattivi presagi, il benessere fisico sembra essere una delle poche stelle polari che guidano il vivere quotidiano. 
Insomma quando si è costretti a rinunciare alla crociera o al Suv nuovo, sono le piccole vanità a farci ancora sognare.

(continua)

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