SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La clamorosa notizia arriva in mattinata. Il Nucleo Polizia Tributaria Guardia di Finanza di Pescara, in una indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Teramo, esegue l’ordinanza di arresto nei confronti dei fratelli Tormenti, già proprietari della Samb Calcio, e di Maurizio Di Biagio, loro uomo di fiducia.
Un’indagine lunga e complessa avviata circa tre anni fa che ha fatto luce su una presunta associazione a delinquere finalizzata alla evasione fiscale mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed alla truffa aggravata ai danni del bilancio dello Stato.

Operante nel settore della telefonia mobile ed elettronica di consumo, la Navigo.it Spa di Martinsicuro, gestita dai fratelli Tormenti e Rete Globo Srl, formalmente amministrata da Di Biagio, sarebbero state attivamente inserite, in stretto e costante collegamento con diverse organizzazioni criminali di rango internazionale, in un colossale giro sofisticato e vorticoso di false fatturazioni con danno all’erario quantificabile in almeno 77 milioni di euro.

Le Fiamme Gialle di Pescara, ricostruendo documentalmente passo dopo passo la movimentazione dei “telefonini” in entrata ed in uscita dai magazzini di stoccaggio della Navigo.it fino all’individuazione del cessionario finale, hanno scoperto, facendo ricorso anche ad intercettazioni telefoniche e telematiche, vere e proprie filiere fraudolente precostituite da numerose società, anche fino ad otto.

In realtà, comunica la Guardia di Finanza, dietro l’apparenza di transazioni commerciali, si è scoperto che si trattava di imprese vuote – le cosiddette “cartiere” – amministrate da prestanomi nullatenenti, senza esperienza imprenditoriale e con l’unica finalità di emettere fatture per operazioni inesistenti e non versare alcuna imposta all’Erario. E di società “filtro”, immesse nel circuito esclusivamente per ostacolare le indagini.

Proprio tra le società “filtro” individuate vi è la Rete Globo Srl, gestita formalmente prima dal suocero di Tormenti Marcello e dal novembre 2005 da Maurizio Di Biagio, ma sempre sotto la costante “regia” dei fratelli Tormenti, affermano gli inquirenti. In tal modo, tramite un giro milionario di false fatturazioni, le società intervenute nei vari passaggi si sarebbero spartite il 20% della quota Iva di rimborso permettendo, tra l’altro, al cessionario finale di acquistare il prodotto ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto a quello praticato a monte della filiera, con ingentissimi danni all’Erario.

Il volume delle fatturazioni false, emesse ed utilizzate dalle società riconducibili ai fratelli Tormenti è quantificabile in un importo vicino al mezzo miliardo di euro.

Sono stati, tra l’altro, accertati innumerevoli casi dei cosiddetti “giri circolari”: la stessa merce, inizialmente fatturata dalla Navigo.it ritornava, a seguito di giri in passaggi freneticamente ripetuti nella medesima giornata tra società di aree geografiche diverse, alla stessa Navigo.it quale anello finale del circuito “scientificamente predisposto”, permettendo così alla società dei Tormenti di maturare un milionario credito IVA, richiesto poi a rimborso.

La custodia cautelare in carcere ai danni dei quattro indagati si è resa necessaria su richiesta della Procura della Repubblica di Teramo in ragione di un’attività illecita, reiterata anche in tempi recenti, e «dell’enorme materiale di prova raccolto che non lascia dubbi circa l’illecito disegno criminoso in danno dello Stato».

Oltre ai 4 arresti, effettuati per la “elevatissima pericolosità sociale” degli indagati, in esecuzione dell’ordinanza, i finanzieri hanno proceduto al sequestro preventivo del credito Iva della Navigo.it Spa giacente presso l’Agenzia delle Entrate di Giulianova per un importo pari ad 5 milioni e 66.472 euro, un credito indebitamente maturato secondo gli inquirenti principalmente per effetto dei “giri circolari”. I finanzieri inoltre hanno sequestrato i beni che costituiscono il compendio aziendale della Navigo.it Spa (quote sociali, l’immobile dove è ubicata la sede e tutti i beni strumentali all’esercizio dell’impresa) con la materiale chiusura dell’azienda mediante l’apposizione dei sigilli.

La Navigo.it infatti è stata considerata dagli inquirenti un’azienda ideata e fatta funzionare esclusivamente per finalità illecite; la libera disponibilità della struttura aziendale nelle mani degli indagati agevolerebbe – almeno nelle condizioni attuali – la commissione di reati analoghi a quelli contestati.

Il sequestro è finalizzato alla confisca per equivalente dei conti correnti e degli immobili nella disponibilità esclusiva degli indagati sino al raggiungimento dell’importo di 1 milione 494.809 euro, un importo che corrisponde al danno erariale minimo cagionato per l’emissione delle fatture per operazioni inesistenti da parte della Navigo.it nel solo anno 2008.

Perquisizioni sono state eseguite presso le abitazioni degli indagati e le sedi sociali della Navigo.it e della Rete Globo.

Da un punto di vista amministrativo, alla Navigo.it Spa, all’esito di verifiche fiscali condotte dalla Guardia di Finanza di Pescara e dall’Agenzia delle Entrate di Giulianova, sono stati notificati cinque avvisi di accertamento in materia di Iva che hanno evidenziato una pretesa fiscale complessiva pari a 64 milioni 814.197 euro.

In sede di ricorso la Navigo.it Spa è stata poi condannata dalla Commissione Tributaria Provinciale di Teramo (il primo dicembre 2008), al pagamento della somma dovuta per tutte le annualità, oltre al pagamento delle spese del giudizio.

Da ultimo anche la società Equitalia Pragma Spa – agente della Riscossione della Provincia di Teramo – ha in corso una procedura mobiliare nei confronti della Navigo.it per una iscrizione a ruolo pari ad oltre 17 milioni di euro.

«Tutto ciò – sottolineano gli inquirenti – ad evidenziare ulteriormente la comprovata gravità delle condotte oggetto delle indagini di Procura della Repubblica di Teramo e Guardia di Finanza di Pescara».