Da Riviera Oggi n.777

 

MARTINSICURO – «Non si vende un terreno, ma si realizza un progetto»: in merito all’alienazione del’area di Villa Rosa – causa di numerosi scontri tra la maggioranza e le opposizione – l’assessore al Bilancio Marco Cappellacci ci tiene a sottolineare che l’operazione non rientra semplicisticamente in un’azione di compra-vendita nuda e cruda, quanto piuttosto in un progetto più ampio e definito, che porterà un duplice beneficio alla città: i fondi della vendita saranno destinati ad opere pubbliche, e il Comune otterrà in permuta dalle palazzine costruite dei locali da destinare ad uffici, a centro anziani e ad alcune associazioni culturali. Le varie attività contribuiranno a rivitalizzare l’intera zona nei pressi della Chiesa di San Gabriele.

 

Assessore, vendere il terreno è proprio indispensabile per fare cassa?

 «In due anni ci siamo ritrovati a dover pagare, solo per i debiti Franchi e La Torre, un milione e 800mila euro, senza contare che abbiamo anche 450 mila euro di spese legali dovute a contenziosi che il Comune ha ancora in corso. Somme che sono state sottratte ad altre destinazioni. L’amministrazione non può trascorrere cinque anni solo a pagare debiti, ma deve anche poter effettuare interventi sul territorio. L’area a Villa Rosa era già destinata ad attrezzature di quartiere e voglio a tal proposito smentire le voci che affermano che la maggioranza avrebbe già deciso tutto. Sia il progetto delle palazzine da realizzare, sia la destinazione dei locali che otterrà il Comune, che gli interventi sul territorio da effettuare con il ricavato della vendita dell’area, saranno tutti concordati con i cittadini in assoluta trasparenza».

 

Le minoranze accusano l’amministrazione di non saper gestire gli attuali fondi a disposizione e che se si risparmiasse sulle spese si potrebbero comunque fare investimenti senza dover ricorrere alla vendita del terreno…

«Lo sforamento del patto di stabilità è stato causato dai grossi debiti e non dalle piccole spese che incidono per alcune migliaia di euro sul bilancio. Per quanto riguarda invece il contratto con la Pubbliluce, che comporta il pagamento di 100mila euro in più all’anno per il Comune, il maggiore esborso è dovuto ad un aumento di interventi e manutenzione sull’impianto di illuminazione pubblica, che fra 5 anni ci verrà restituita più efficiente e in grado di offrire un notevole risparmio energetico. La sola pulizia dei globi ad esempio costa 13 mila euro: l’ultima volta è stata effettuata con l’amministrazione Caputi, ora verrà eseguita due volte in 5 anni.

 

Altro tema scottante in questo periodo è l’aumento dei costi dei servizi a domanda individuale tra cui i buoni mensa e il trasporto scolastico. Cosa ha portato l’amministrazione a decidere per questa soluzione così impopolare?

«Con lo sforamento del patto di stabilità la legge suggerisce quali percorsi intraprendere per poter rientrare al più presto nella ordinaria gestione finanziaria. Tra le misure che abbiamo adottato ci sono la riduzione dei finanziamenti alle associazioni culturali e la maggiore copertura da parte dei privati sui servizi a domanda individuale. Anche qui però alle accuse che ci sono state mosse di far gravare i costi solo sulle famiglie che hanno figli a scuola vorrei rispondere che dei 450 mila euro che il Comune spende per la mensa, una metà è coperta dal pagamento dei fruitori del servizio, mentre il restante dal Comune, e quindi anche con i soldi di tutti i cittadini che non ne usufruiscono».

 

Come procede la lotta all’evasione di Ici e Tarsu?

«Grazie all’attività di controllo dell’Ufficio Tributi lo scorso anno abbiamo recuperato 75mila euro di Tarsu e abbiamo intenzione di potenziare l’attività con l’assunzione di  un geometra che sia di supporto all’ufficio con gli accertamenti in loco».