SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Bretella, poli scientifici e universitari, metropolitane e autostrade, alleanze e ballottaggi: tutti temi importanti, per carità, in questa campagna elettorale per le provinciali. Ma c’è un tema essenziale per le piccole e medie imprese, per l’occupazione, che non ci è ancora capitato di ascoltare dalle voci degli aspiranti a Palazzo San Filippo.
E allora abbiamo preso l’occasione del dibattito di martedì scorso a Nuova Tvp fra i sei candidati per chiedere le loro intenzioni in merito al problema dell’enorme ritardo con cui le pubbliche amministrazioni in tutta Italia effettuano i pagamenti per le forniture o i servizi che le aziende offrono loro, spesso proprio le piccole e medie imprese che a parole tutti dicono di voler incentivare.
“Quando lo Stato non paga”, è il titolo di un chiarificatore articolo del sito economico La voce.info di qualche mese fa (leggi qui).
La Provincia, in quanto ente intermedio, potrebbe cogliere l’occasione per rendere percepibile la propria utilità svolgendo una funzione di garanzia presso le banche, un po’ come ha meritoriamente fatto nell’inverno scorso agevolando l’anticipo del pagamento della cassa integrazione ai lavoratori nelle aziende in difficoltà. Un pagamento che con i ritmi dell’Inps sarebbe arrivato nelle case dopo almeno quattro mesi.
Come rispondono i candidati alla presidenza della Provincia?
Ignazio Buonopane (candidato del Movimento per le Autonomie) ha risposto così: «Gli enti pubblici devono pagare le fatture ai fornitori nei tempi giusti, quelli previsti dai contratti. Noi a livello nazionale proponiamo una legge per ridurre i tempi e anche maggiori controlli sulla produttività dei funzionari negli enti pubblici».
Stefano Cannelli (candidato per La Destra) invece accusa il mondo del credito bancario: «C’è un problema anche nel mondo delle banche, perché una piccola azienda che non riscuote i crediti poi ha bisogno di prestiti. E allora dico che ci deve essere una reciprocità. Se i ritardi degli enti pubblici fanno fallire le imprese, deve entrare in gioco il Governo statale, per “frenare” le banche».
Marco Lorenzetti, segretario provinciale dell’Udc che in seno al dibattito ha fatto le veci di Amedeo Ciccanti, ha invece colto l’occasione per bollare come “populistiche” le proposte del segretario del Pd Franceschini sul reddito di disoccupazione garantito.
Piero Celani (candidato del Popolo della Libertà), da parte sua ha dato la colpa del fenomeno dei ritardi dei pagamenti alla burocrazia: «Stato e Regione devono farsi carico di una rivisitazione normativa, non è possibile che per un progetto si debbano fare 72 atti, come dice uno studio della rivista “Edilizia e territorio”. Può accadere che i soldi gli enti ce li abbiano, ma sono bloccati dalle pastoie burocratiche. Noi ad Ascoli nel 1997 anticipammo i fondi per la riparazione dei danni».
Massimo Rossi, infine. Il presidente uscente ha precisato: «Durante il mio mandato la Provincia di Ascoli ha ridotto i ritardi e accelerato il sistema di pagamento per forniture e servizi, chi amministra si trova di fronte a una continua lotta contro la burocrazia. Ci sono difficoltà innegabili, è vero».