GROTTAMMARE – «Non sono cambiato molto, forse è cambiato il modo di scrivere. Negli anni ’70 ero più ironico, l’infelicità era più sarcastica, per difendermi da quei tempi difficili. Ora quell’ironia è scomparsa, perché il mondo non è cambiato, anzi. Il sentimento che provo è di piena compassione».

A parlare di sé è il poeta Eugenio De Signoribus, autore fra gli altri dell’ultima raccolta “Poesie
(1976-2007)
”, libro vincitore del Premio Viareggio 2008.

Un poeta silenzioso che penetra nelle persone attraverso le parole e le emozioni su carta. E proprio a De Signoribus e alla sua poesia è dedicato il convegno “Le voci sulla poesia di De Signoribus”, che si terrà il 22 maggio alle 17,30 presso il Teatro dell’Arancio.

Le voci, da cui il titolo, che parleranno del poeta saranno diverse, dallo scrittore e critico Enrico Capodoglio, a Stefano Verdino dell’Università di Genova, al giovane Paolo Zublena dell’università di Milano e Rodolfo Zucco, dell’università di Udine. Le quattro voci, oltre a intervenire sull’opera, approfondiranno ognuna una voce, questa volta enciclopedica, e rispettivamente “canto”, “casa”, “confidenze” e “maschere”. Un’altra voce sarà quella di Piergiorgio Cinì che, prima degli interventi critici, leggerà alcuni brani scelti.

«Trent’anni di poesia non è un lavoro semplice – ha affermato De Signoribus – raccogliere, selezionare, ricordare l’emozione di quel preciso istante. Il convegno è di certo importante, ma la vera lettura è quella che ciascuno fa con se stesso, è la speranza decisiva per la sopravvivenza della poesia».

Per De Signoribus è la prima volta, è la prima presentazione ufficiale in un luogo a lui vicino, «a metà fra dove è nato mio padre e dove sono nato io – spiega – Non so dirvi perché fino ad ora non è stato mai fatto questo tipo di incontro, ma di certo ho accettato perché mi sento fra amici».