SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Partito Democratico del candidato presidente della Provincia Emidio Mandozzi presenta le sue candidature nei 24 collegi per le elezioni provinciali del 6 e 7 giugno.
A San Benedetto l’unico amministratore attualmente in carica che è stato candidato è l’assessore Loredana Emili. Gli altri cinque nomi sono l’insegnante Anna Rosa Cianci, l’architetto Albino Scarpantoni, il presidente del Consorzio Turistico Alessandro Zocchi e il dipendente della Asur Giuseppe Cameli.
«A differenza del centrodestra, che candida due ex sindaci dimissionari (Celani e Martinelli, ndr) noi non abbiamo ragionato per etichette nella scelta dei nomi, ma in base a competenze e professionalità», dice Mandozzi.
L’ex assessore ai Trasporti della giunta Rossi Ubaldo Maroni (curiosità; suo figlio Vincenzo si candida con i rivali di “Piceno al Massimo” a sostegno di Rossi stesso) lancia una stilettata contro i partiti di sinistra. «Già a febbraio in una intervista a Famiglia Cristiana dichiarai che con Rifondazione bisognava tagliare ogni rapporto, si può collaborare con loro solo se diventano autenticamente riformisti».
Mandozzi afferma di essere una figura che «unisce, non che divide. Nel Pd c’è discussione, dibattito interno che poi porta alle necessarie sintesi. Non come altri partiti, che guarda caso ci criticano (il Prc, ndr), che invece ragionano in termini di capo e di popolo».
LA QUESTIONE URBANISTICA Più volte negli ultimi mesi la Provincia, tramite il settore Urbanistica, ha messo paletti in base al Piano Territoriale di coordinamento o presentato osservazioni ad atti urbanistici presentati dal Comune di San Benedetto, come la variante normativa all’articolo 48 del Prg o la normativa sui cosiddetti “cappotti termici” negli edifici residenziali. Per Mandozzi e il candidato Bruno Menzietti (sindaco uscente di Monteprandone) «la Provincia deve svolgere il suo ruolo di coordinamento ma senza porre freni alle decisioni di sviluppo che competono ai Comuni». L’assessorato all’urbanistica nella giunta Rossi, comunque, era retto da un uomo del Pd, proprio quell’Antonio Canzian che ora il principale partito del centrosinistra candida a sindaco di Ascoli. C’è contraddizione fra questo fatto e la critica agli atteggiamenti della Provincia di Ascoli in materia urbanistica?
«E allora?», è la risposta di Mandozzi. «Un assessore da solo non fa la politica urbanistica di una Provincia». E aggiunge che «nell’ultimo mandato ci sono state luci e ombre, ma anche dialogo e discussione».
LE QUESTIONI SUL TAPPETO Su turismo e viabilità rimandiamo alle interviste video di Mandozzi ai microfoni di rivieraoggi.it. Per quanto riguarda la Sentina, il candidato presidente ha auspicato uno sviluppo più compiuto, con possibilità di installare centri di ricerche su flora e fauna e iniziative turistiche per valorizzarla.
Per quanto riguarda le work experience e la formazione professionale (delega che Mandozzi aveva nella giunta Rossi) il candidato del Pd concorda con il giudizio positivo espresso dal presidente uscente: i primi dati ufficiosi parlano di un 30% circa di rapporti di lavoro stabilizzati dopo la fine delle borse lavoro. Per l’aviopista di Centobuchi, si è parlato di contatti con la Protezione Civile per farla diventare centro di smistamento.
LE ALTRE CANDIDATURE Paolo D’Erasmo nel collegio di Ripatransone e Acquaviva, Stefano Troli e Luigi Travaglini nei due collegi di Grottammare, Lucio D’Angelo a Offida, Marco Malaigia a Cupra: queste le altre candidature nel rivierasco.