Da Riviera Oggi numero 773

CUPRA MARITTIMA – In passato è stato già assessore alle politiche sociali e ora si candida come sindaco con la lista “Vivere Cupra”. È Franco Veccia, da sempre impegnato nel mondo del sociale e del volontariato. Possiamo affermare che in questi settori per il suo paese ha sempre dato tanto. Andiamo a conoscere un po’ meglio lui ed il suo programma.

Come mai ha deciso di candidarsi?
«Molti miei amici mi hanno sollecitato, dato che in passato ho avuto già esperienze nelle amministrazioni cuprensi come assessore, e quindi hanno visto nella mia figura un possibile punto di cambiamento».

Come vede Cupra?
«Purtroppo devo ammettere che è diventato un paese dormitorio. Sono stati costruite palazzine che in realtà sono vuote e che vengono abitati solo uno o due mesi l’anno. Questo perhcè si è lasciato prevalere l’apetto edilizio su quello umano e sociale, si è pensato al beneficio dei costruttori a discapito del beneficio dei cittadini, il risultato è un paese “morto”».

Cosa è emerso dai suoi incontri con le varie realtà cuprensi?
«Le associazioni sportive e culturali che ho incontrato hanno tutte fatto notare la mancanza di spazi e di strutture adeguate alle loro attività, come ad esempio un palazzetto dello sport per poter praticare tutte le attività sportive. Servirebbe inoltre una figura referente che faccia da ponte tra questi gruppi e il Comune, proprio per riuscire ad informare di tutti contributi di cui le associazioni possono usufruire».

Di cosa ha bisogno quindi Cupra secondo lei?
«Innanzitutto di creare un rapporto di rete e di strutture che permette di far incontrare le persone, perchè a Cupra c’è molto individualismo. Da segnalare anche molta disoccupazione giovanile: i ragazzi e le ragazze vanno a lavorare in altri paesi e addirittura all’estero, pochi rimangono a Cupra per lavorare. Vorremmo far diventare questo un paese dove i giovani siano stimolati a rimanere, a vivere, a lavorare e a crescere, magari creando una zona artigianale. Anche in questo caso non c’è stata una politica adeguata».

Come giudica l’attuale amministrazione?
«Sono rimasto deluso perchè hanno praticato una politica che non si è confrontata con quelle che sono le reali esigenze dei cittadini. La politica invece deve essere fatta con le persone per le persone, deve tutelare gli interessi di tutti e non solo di alcuni».

E le azioni della minoranza?
«Ha cercato di contrastare questo tipo di politica ma non ha inciso più di tanto. La minoranza afferma di non essere ascoltata dalla gente ma a mio avviso dovevano farsi sentire di più, con azioni più forti ed evidenti».

Come vede quindi la situazione politica cuprense?
«C’ è molta confusione e profonde contraddizioni, soprattutto riguardo il gruppo che ruota intorno a Torquati. La lista si è frammentata manifestando un certo malcontento, ma credo che tutti ritornaranno comunque insieme. Inoltre sono i partiti stessi ad essere in piena crisi: si fanno vivi a pochi mesi dalle elezioni e si appoggiano ai cittadini che realmente si impegnano per cercare di migliorare la situazione del loro paese».

Lei è sempre stato molto presente nel campo del volontariato. Cosa vuole dire lavorare per il sociale?
«Significa mettere al centro dell’attenzione l’uomo, tutte le persone, a partire dal più debole. È sicuramente un arricchimento personale e professionale che permettere di crescere a tutti i livelli facendo tante esperienze diverse. E poi sono convinto che è nostro dovere lasciare alle nuove generazioni un mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato».

E la risorsa giovani?
«Lavoro con i giovani da sempre, ci credo molto. Sono la speranza per il nostro futuro e per questo mettiamo i giovani al centro del nostro programma e della nostra vita amministrativa, qualora si vincesse».

Quali sono le linee generali del vostro programma?
«Fondamentale per la nostra lista mettere al centro l’interesse della comunità pe ril bene di tutti. Bisogna fa vivere Cupra, appunto, partendo dalle associazioni e puntare anche sul volontariato che arricchirebbe comunque il paese. Partedno quindi da una maggiore elasticità nell’ammistrare, il Municipio deve tornare ad essere il centro del Paese, un “luogo” dove siincontrano quindi il mondo dell’associazionismo, del volontariato, dei quartieri, delle scuole e di tutte le realtà produttive. Quindi realizzazione di strutture sociali e di aggregazione, puntare sull’occupazione dei giovani nei settori della cultura, del turismo, dell’agricoltura, della pesca, dell’artigianato, dell’industria e del commercio».