ASCOLI PICENO – Da Emidio Mandozzi, candidato alla presidenza della provincia dal Pd e una coalizione comprendente Dc, Verdi, Idv, Socialisti, riceviamo e pubblichiamo.

Per non dimenticare”. In occasione del 64esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, cercando di ovviare alla facile retorica che su questo pezzo di storia patria ogni anno produce pretestuose e sterili polemiche, storia ancora troppo “giovane” per essere interiorizzata nella sua piena valenza umana, sociale e civile, sento di rendermi partecipe nell’onorarne la memoria.

Un dovere, prima che un diritto, che è di tutti: anche di quanti oggi non si riconoscono nelle lotte partigiane di quegli anni bui.

Quegli uomini e quelle donne combatterono, resistettero, molti morirono per un ideale di pace e uguaglianza, che noi abbiamo il dovere di difendere insegnando alle giovani generazioni il valore per la vita e la libertà di un popolo, come di ogni cittadino.

Niente più guerre, niente più dittature, niente più odio, niente più sopraffazioni. Questo l’insegnamento più alto lasciatoci in eredità da quanti si immolarono per il futuro dell’Italia, come di Ascoli e del Piceno, nella funesta stagione che dal 1943 si trascinò tra lutti e atroci violenze sino al 25 aprile del 1945 (ed anche oltre).

Onorare oggi due medaglie d’oro al Valor Militare per attività partigiana, quali quelle conferite alla Provincia ed alla città di Ascoli Piceno, non significa fare torto a qualcuno, perché il sentimento di pietà lo si deve a tutti i morti, ma la memoria vive nella e della ragione di quanti combatterono per la libertà di una nazione e del suo popolo contro l’oppressione del nazifascismo.

Una stagione che culminò con la nascita della Carta Costituzionale, cui i padri della nostra ancor giovane democrazia dettero vita pensando al futuro con rara capacità ed acuta lungimiranza, e per questo valida ancora oggi.

Nell’associarmi dunque alle parole, sempre puntuali e cogenti, espresse dal nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intendo nell’occasione ribadire quanto sia importante che in noi si unisca la consapevolezza e l’impegno per conservare i valori della lotta partigiana tradottisi nella Costituzione repubblicana, e quanto sia importante un “comune sentite storico” sulla Resistenza, per dirla con il Presidente Napolitano, quale “straordinaria prova di riscatto civile e patriottico dell’Italia e del popolo italiano, e che quindi non può appartenere a una sola parte della nazione”.

Da ciò ne consegue che il 25 aprile, il sacrificio di quei poveri giovani ascolani che nell’ottobre del ‘43 si immolarono sul Colle San Marco, al pari dei (purtroppo) tantissimi altri che perirono in quella che è stata una lotta di Liberazione, non può essere né disconosciuto, né tanto meno dimenticato, perché patrimonio di tutti.

Perché il futuro di un popolo, di una nazione come di un territorio, non può mai prescindere dalla propria storia.