SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Facoltà di Economia e il Dipartimento di Economia dell’Università Politecnica delle Marche hanno organizzato un ciclo di seminari culturali, finanziato dalla Fondazione Carisap, sul tema “Benessere, Povertà e Territorio tra cambiamenti recenti e sfide future”. Il Professor Francesco Maria Chelli, Docente di Statistica Economica presso l’Università Politecnica delle Marche e Coordinatore del ciclo di seminari, tiene a precisare che tali incontri sono aperti a tutta la cittadinanza, in quanto pensati proprio quale mezzo di utilità pubblica.
Sono sei gli appuntamenti previsti, su tematiche di stretta attualità. Con essi si vogliono analizzare le dinamiche della crisi economica in atto, partendo dalla presa di coscienza dell’impoverimento delle fasce più deboli, siano esse italiane che straniere. «L’inflazione nel nostro Paese», spiega il professor Chelli, «è ad un livello mai raggiunto dagli anni ’60. Si registra così una transizione quanto mai accelerata, per le fasce più deboli, verso la povertà. Nel numero vanno annoverati immigrati, pensionati, famiglie monoreddito. Poiché l’Italia, con la sua posizione e la sua conformazione fisica, è da anni un ponte per gli emigranti africani, e non solo, è necessario prevedere una politica migratoria, che rientri nelle nuove norme del federalismo fiscale».
Da qui l’argomento del primo seminario del 29 Aprile, che avrà come relatore il professor Alessandro Petretto dell’Università di Firenze: “Gli effetti della riforma federale sul territorio e sugli enti locali”. Mentre l’ultimo verterà, opportunamente, su “La povertà nei Paesi sviluppati: misure e politiche di contrasto”.
«Siamo compiaciuti che la Facoltà di Economia viva quest’esperienza interessandosi al territorio e alle sue specificità» aggiunge il professor Marco Pacetti, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche. «Tale ciclo di incontri è pensato per tutti i cittadini e non per gli addetti ai lavori, poiché i temi affrontati rientrano nel comune sentire. E’, difatti, importante aver chiaro il quadro di quello che è avvenuto economicamente negli ultimi tempi per affrontare il futuro. Noi vogliamo dare un contributo alla comunità e diffondere una cultura di tipo socio-economico».
La Facoltà di Economia “Giorgio Fuà”, sede distaccata dell’Università delle Marche, è una realtà ormai integrata nel tessuto del territorio. Lo scorso anno, ha conferito le prime Lauree. Nell’anno accademico 2008/2009, ha immatricolato ben 173 iscritti. Una cifra importante ed inaspettata, tanto che si è reso necessario un piano di espansione logistica. «Siamo stati i primi nelle Marche a credere in questo tipo di operazione» precisa il Rettore Pacetti, «ed abbiamo voluto per essa standard qualitativi alti: abbiamo proposto professori e indirizzi già sperimentati e di successo, realizzato indirizzi attinenti alle necessità del territorio e siamo andati solo dove siamo stati richiesti dalle Amministrazioni che hanno creduto veramente all’utilità di una locale sede universitaria».
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"il quadro di quello che è avvenuto negli ultimi tempi" non mi sembra affatto corretto: in principio perchè si parla di inflazione quando nei mesi invernali si è assistito al fenomeno della deflazione (basti pensare al costo della benzina a luglio e a ottobre: da 1,5 €/l a 1,1 €/l) situazione tra l'altro esposta anche da studiosi eminenti come Roubini. Inoltre ci si fascia tanto la testa con il credit crunch come se fosse il male della nostra economia e non si guarda che la crisi che attraversa l'Italia non centra nulla con la crisi oltre oceano ed è radicata… Leggi il resto »
deflazione ? perche il pane e la pasta o altri beni sono scesi ?? a casa mia si chiama DISINFLAZIONE e cioè un rallentamento dell'inflazione, che infatti è del 1,2 %….
ah poi non mi ero accorto che in questi LUSTRI DI CRISI la CIG (cassaintegrazione)
saliva su base annua del 500% o i cali di ordinativi del 20-30%.
quindi di che c'è da preoccuparsi…alessandro ci dice che la crisi c'è da 20 anni e noi ce ne accorgiamo solo ora.
Scusa se il prezzo delle materie prime si riduce è un chiaro caso di deflazione e non un rallentamento dell'inflazione, per i cereali è in atto una speculazione finanziaria pari a quella fatta sul petrolio negli anni passati, molte le altre materie prime (acciaio, petrolio, gas naturale…) hanno diminuito le proprie quotazioni.
Non sono io mi sono accorto dei lustri di crisi guarda quante aziende nel piceno sono in difficoltà prima del 2008 (foodinvest, atr, arena….).
Il credit crunch è solamente la scusa per non ammettere la mancanza di competitività.
infatti si parlava di inflazione in generale e non solo delle materie prime, i beni e i servizi come tu sai bene vanno presi in considerazione TUTTI ( il famoso paniere..), mica si usa il prezzo della benzina per dare il dato sull'inflazione totale o mi sbaglio ? sicuramente le nostre aziende soffrono la mancanza di competitivita ma dire che non sta succedendo niente, non c'è nessuna crisi mi pare esagerato. bada bene alessandro io nn faccio l'equazione crisi= colpa di berlusca intendiamoci, ma se anche istituti come il Fondo Monetario parlano di crisi senza precedenti, addirittura Tremonti si dice… Leggi il resto »
Se vuoi un parere tecnico ( ma siamo off-topic) non si può parlare di crisi della finanza finché non giungeranno a scadenza i famigerati titoli "tossici" perché fino ad adesso le banche hanno solo svalutato i loro bilanci ma non si effettivamente cosa valgano questi titoli…
Ho scoperto grazie ad Alessandro che da quest'estate ad ora l'inflazione è scesa(deflazione questo significa),peccato che mangiando pasta al pomodoro,pane e prosciutto,petto di pollo,frutta e verdura non me ne sia accorto..
Che stupido,forse sorseggiando un bel bicchiere di gasolio avrei avuto tanta energia in più e mi sarei accorto della deflazione…
Ammettere qualche errore ogni tanto,proprio no?
Scommetto che abbiamo capito male noi…..
Caro Pablo il tasso di inflazione o deflazione non si misura su singoli beni ma su un paniere di beni.
La benzina (per esempio) è un bene molto utilizzato ed ha quindi un peso considerevole (quanto la pasta per intenderci) quindi se la benzina scende del 30% e la pasta aumenta del 20% c'è una differenza di 10% in meno.
Ecco perchè alcuni studiosi valutano che siamo in un periodo con inflazione negativa (ovvero deflazione).
Poi tu mi puoi tirare in ballo con quali parametri si scelgano i panieri ma è un'altra storia.