SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Fiato sospeso per la sorte di Filippo Speziali e degli altri 15 marinai a bordo del rimorchiatore Buccaneer sequestrato dai pirati somali sabato scorso nel golfo di Aden.Al momento, secondo l’Ansa – ma la Farnesina invita al silenzio per non disturbare la diplomazia – l’imbarcazione si troverebbe alla fonda di fronte alla costa somala, a circa 10 miglia dal villaggio di Las Qoray nel nord del paese e non sarebbero giunte richieste di riscatto. L’inviato del Corriere della Sera Massimo A. Alberizzi fornisce informazioni più dettagliate: il Buccaneer avrebbe gettato l’ancora davanti al villaggio di Adado, a una trentina di chilometri dal porto di El Ayo a ovest di Bosaso, il porto principale del Puntland, la regione semiautonoma del nord della Somalia ex Italiana. E’ la prima volta, dice Alberizzi, che si sente parlare di un gruppo di pirati basato nel Sanaag, come si chiama questa regione. Si attende ora che i pirati scendano a terra e comunichino all’armatore, la Micoperi di Ravenna, l’ammontare del riscatto.
Speziali ha cinquanta anni, la sua famiglia è originaria di San Benedetto ma abita da anni a Martinsicuro. Stando a quanto riportato dal Tg3 Marche, i familiari pur vivendo nell’ansia e nell’angoscia mostrano serenità per via della grande esperienza professionale di Speziali.
Descritto come di carattere «forte e ottimistà», Speziali «è imbarcato da una vita» racconta la sorella Mariella, che vive a Colonnella, con l’anziana madre.

I parenti si trovano in Abruzzo, Marche e Umbria. La moglie e la figlia di 18 anni vivono a Martinsicuro mentre a Porto d’Ascoli vive una sorella. La famiglia Speziali è composta da marinai e pescatori che svolgono questo mestiere da generazioni. «Siamo sempre stati in mezzo all’acqua, praticamente siamo nati su una barca da pesca» ha raccontato un cugino che si è trasferito in Umbria.
Nella zona del sequestro, stando a quanto battuto dalle agenzie il 13 aprile, è arrivata la nave della Marina Militare “Maestrale” con 220 uomini e due elicotteri a bordo, pronta «a ogni evenienza» e a seguire le indicazioni che riceverà.

Dopo la liberazione del capitano americano Richard Phillips con l’uccisione dei pirati somali che lo tenevano in ostaggio da parte delle forze speciali americane, il clima è teso.Gli atti pirateschi, pur consueti nella regione soprattutto negli ultimi mesi, potrebbero seguire una spirale di violenza. In dichiarazioni raccolte dalla agenzia Reuters, i corsari hanno detto che intendono «vendicare» i loro compagni uccisi e che prenderanno di mira Stati Uniti e Francia. Le forze speciali transalpine, infatti, hanno anche loro attuato un blitz dopo il sequestro del veliero Tanit, conclusosi con l’uccisione di uno dei sequestratori e di uno degli ostaggi, il proprietario del battello, Florent Lamacon.