Da Riviera Oggi n. 769

 

MARTINSICURO – Pochi amministratori locali hanno partecipato alla quarta Conferenza Permanete Provinciale sul tema della Tossicodipendenza, che si è svolta lo scorso 19 marzo nella Prefettura di Teramo: «Segno che ormai è diffusa l’opinione che il problema della droga non è risolvibile, e pertanto c’è un comune senso di sfiducia tra gli stessi amministratori pubblici». Marcello Monti, assessore ai servizi sociali di Martinsicuro, giustifica in tal modo la scarsa partecipazione dei rappresentanti dei principali comuni teramani che pure erano stati invitati all’incontro per discutere con le Forze di Polizia, le associazioni del settore, i responsabili di comunità terapeutiche nuove politiche e strategie di lotta alla droga.

«Sono convinto che per combattere la tossicodipendenza  – prosegue Monti – sia necessario affrontare la questione sotto diverse angolature per cercare di sradicarla dal territorio: innanzitutto non demonizzare il tossicodipendente ma considerarlo come una vittima, che deve essere recuperata attraverso una debita assistenza. Bisogna poi concentrasi sulle operazioni di controllo del territorio per contrastare le organizzazioni criminali dedite allo spaccio e attuare campagne di sensibilizzazione come prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti».

Ma le buone intenzioni si scontrano attualmente con  una realtà locale piuttosto intricata, che vede Martinsicuro come il comune dove maggiormente si concentra lo spaccio di sostanze stupefacenti in tutta la Val Vibrata, e che raccoglie un bacino di tossicodipendenti che arrivano anche dalle vicine Marche ad acquistare la droga per poi consumarla sul posto: non a caso nell’ultimo anno si sono verificati quattro casi di morte per overdose e diversi salvataggi in extremis da parte degli addetti della Croce Verde e del 118 di ragazzi in fin di vita.

«Nel corso dell’incontro – ha aggiunto Monti – ho segnalato al Prefetto come negli ultimi tempi siano diminuiti i pattugliamenti della Polizia sul territorio e la necessità di ripristinarli quanto prima: al momento però la Prefettura ha addotto una scarsità di risorse che rende più problematici gli interventi: non solo carenza di personale costretto a districarsi tra più operazioni contemporaneamente, ma anche di fondi – a causa dei tagli effettuati dal Ministero – che limitano l’impiego delle auto e dei mezzi da inviare sul territorio».