ASCOLI PICENO – Il ping pong pre-elettorale non funziona solo tra i due sfidanti di centrosinistra: anche Piero Celani, candidato presidente per il Pdl alla Provincia di Ascoli, entra nella contesa, criticando le dichiarazioni di Emidio Mandozzi, candidato del Pd e della coalizione che lo sostiene.
«Non sapevo che Mandozzi avesse una così spiccata vis comica, ma leggendo le sue dichiarazioni su lavoro e sviluppo economico, con le quali mi chiamava in causa, ho dovuto scoprirla» ironizza l’ex sindaco di Ascoli, che aggiunge: «Mandozzi dice che su questi temi non sono molto ferrato, in quanto non mi hanno mai visto all’opera. In compenso gli abitanti della vallata del Tronto e di Spinetoli, dov’è stato sindaco, hanno invece visto lui all’opera e l’esperienza è stata drammatica. A dirlo non sono io ma i suoi alleati o ex di Rifondazione».
«Non va meglio a livello provinciale dove Mandozzi ha recitato il ruolo di assessore al Lavoro. E recitato molto male. A dirlo sono i dati: dalle stime del Centro Studi di Confindustria emerge infatti che il tasso di attività che il tasso di occupazione sono di molto inferiori sia a quello nazionale che a quello provinciale nel suo complesso.Una recente indagine sulle famiglie marchigiane in rapporto alle modificazioni del mercato del lavoro (realizzato dall’Università Politecnica delle Marche e commissionato dalla regione Marche, basato su un campione di 2.493 famiglie marchigiane) è emerso nella provincia di Ascoli Piceno un tasso di disoccupazione “percepito” pari al 10,9%, il più alto delle Marche. E che dire della Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria aumentata, nel 2008, nella provincia di Ascoli Piceno di un + 218,6% rispetto all’anno precedente. Forse Mandozzi non lo sa, troppo preso evidentemente dall’opera di autoincensamento, ma nel quarto trimestre 2008 gli interventi relativi alla Cassa Integrazione Straordinaria rispetto allo stesso periodo 2007, hanno registrato nella provincia di Ascoli Piceno un incremento del 686%».
Ma non va meglio per i lavoratori in mobilità, «arrivati nel 2008 a 2.694. Mandozzi è chiamato a destarsi dal suo torpore e fare un passo indietro rispetto alle macerie che il suo assessorato e la sua politica, con la p minuscola, hanno provocato in questi anni. Nessuno è stato risparmiato dalla sua inazione politica. Ne sanno qualcosa anche i tanti, troppi, giovani laureati e diplomati, illusi dal clamoroso fallimento di work experience. Dal 31 marzo sono tutti di nuovo precari e più di prima».
«Sono stato accusato di essere il “grande assente”. Bene. Vorrei ricordare a Mandozzi che il sottoscritto non ha mai avuto, come sindaco, compiti specifici in materia di lavoro perchè propri della Provincia che mi ha coinvolto solo quando si doveva andare al capezzale delle aziende in crisi. Il Piceno ha bisogno di una politica nuova. Di un nuovo modo di fare politica. Di una politica che non accorra a piangersi addosso. Il Piceno ha bisogno di una nuova classe politica che monitorizzi giorno per giorno la situazione sul territorio, che sappia interpretare i segnali che da esso provengono ed essere pronta ad interagire per prendere le opportune decisioni ed iniziative atte a sostenere l’occupazione, il lavoro, l’imprenditoria. na politica che sia presente sul territorio con l’azione, che dia risposte in tempo immediato. Una politica che creda alle grandi capacità di questo territorio troppe volte, negli ultimi anni, abbandonato a se stesso dall’incapacità di una classe politica che non ha saputo interpretare i segnali che da esso venivano. Noi crediamo in questo territorio. Nelle sue capacità, nella sua voglia di uscire dalla crisi. Crediamo nella tenacia e nella competenza dei lavoratori e degli imprenditori. Vogliamo dare una politica nuova».