SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A due mesi e mezzo dalle attese elezioni provinciali, il clima si fa incandescente. In un incontro con i cittadini, organizzato dall’associazione “Piceno al Massimo” e tenutosi nel piccolo Teatro dell’Olmo, Massimo Rossi non ha esitato a togliersi parecchi sassolini dalle scarpe. Le proposte, seppur molteplici, sono quindi passate in secondo piano, lasciando ampio spazio alla polemica interna con Emidio Mandozzi, attuale vicepresidente provinciale candidato del Pd, sostenuto da Verdi, Socialisti, Democrazia Cristiana e Italia dei valori.
«Resto sconcertato – esordisce Rossi, supportato dall’assessore alla Cultura Olimpia Gobbi – dinanzi alla sfacciataggine di certe persone, che hanno iniziato ad attaccare ciò che in precedenza appoggiavano. Inizio a pensare che forse il nostro modello non piaceva più, solo in questo modo mi posso spiegare un tale tentativo di restaurazione». Dose rincarata qualche istante dopo: «Il 6 gennaio 2008, sulla stampa, Agostini difendeva la mia gestione, mentre oggi pare aver cambiato idea. Per non parlare dell’incoerenza del segretario provinciale Mauro Gionni che, in occasione della conferenza stampa di presentazione di Mandozzi, ha affermato: “Rossi in cinque anni non ha combinato nulla”. Peccato però che pochi istanti prima, rispondendo ad un giornalista, avesse insinuato che fossi io a non voler allearmi con loro e non viceversa».
Attacchi che hanno coinvolto anche il sindaco di San Benedetto Gaspari: «Giovanni mi ha deluso, ferito. Ho reputato vergognosa la scelta di concedere la Sala Consiliare ad uno dei candidati. Considerato il ruolo che riveste, avrebbe dovuto astenersi da qualunque comportamento di favore. Senza dimenticare la vicenda Foodinvest, in cui ha riconosciuto a Mandozzi il falso merito della proroga di sei mesi della cassa integrazione ai lavoratori».
E’ successivamente intervenuta la giornalista Sandra Amurri, interessata a dipingere l’attuale situazione del Pd: «Nel partito c’è una guerra tra correnti che vogliono esclusivamente spartirsi le poltrone ancora disponibili. Questa sigla non risponde più a nulla, sia a livello locale che nazionale». Ed ancora: «E’ la prima volta che un vicepresidente, ancora in sella, si candida contro il presidente in carica. Roba da matti».
E proprio il mancato “siluramento” di Mandozzi è stato il motore per un animato confronto con il pubblico. Alla Amurri, che avrebbe optato per un’immediata rimozione dall’incarico, ha immediatamente risposto Palmiro Merli (ex assessore ai Lavori Pubblici di San Benedetto e con il Pds/Ds): «Una cacciata lo avrebbe solo rafforzato; gli avremmo offerto un prezioso assist e si sarebbe creato la perfetta immagine di vittima. Bene ha fatto Massimo nel mantenerlo al proprio posto. Non dobbiamo scendere al suo livello». Tesi che ha trovato ampi consensi in platea.
Poi la palla è passata ai temi politici: «Nostro obiettivo – riprende Rossi – è valorizzare e stimolare i piaceri, le qualità e l’immenso patrimonio del nostro territorio. In questi anni ci siamo distinti per metodi e progetti, vedi l’incentivazione dell’agricoltura biologica, una piattaforma che oggi raccoglie ben 152 imprese». Sulla questione traffico in Riviera: «Andrebbe bene una bretella che parta da Porto d’Ascoli e arrivi a Grottammare, con strade che si colleghino a questa, in modo da deviare e alleggerire la circolazione all’interno di San Benedetto. Tuttavia sono del pensiero che sia necessario investire sul trasporto pubblico, come avviene negli altri Paesi».
Infine, sulla possibilità affatto remota che le provinciali si decidano al ballottaggio, il Presidente è parso sicuro: «Lasceremo libertà ai cittadini, non ci saranno alleanze. Arrivati a questo punto non si può tornare indietro. Spero comunque che spetti a loro doversi porre questo quesito».