Da Riviera Oggi in edicola numero 764

GROTTAMMARE – Un’associazione di giovani per i giovani, che porta la musica, l’arte, il cinema ad essere protagonisti indiscussi della realtà giovanile. E una rassegna, veicolo di questa giovane energia territoriale, tenutasi al Depart di Grottammare, conclusasi lo scorso 7 febbraio.

Come è nata la vostra associazione “7/8 chili”, quale è stato “il movente” e di cosa si occupa in particolare

«L’Associazione nasce dall’esigenza di creare un veicolo che permetta, attraverso la collaborazione con enti locali e altre associazioni, l’elaborazione e circuitazione di giovani idee, cultura ed arte.
Operiamo da oltre due anni, prevalentemente nel territorio della provincia di Ascoli Piceno, realizzando eventi che, attraverso la forte interazione con il contesto sociale, sono spunto di conoscenza e fermento creativo. È uno spazio fisico proponente, che ingloba di giorno in giorno nuovi eterogenei componenti e proposte. Inoltre organizziamo laboratori didattici per bambini, produce spettacoli teatrali per ragazzi nelle scuole elementari e materne».

Open è stato un progetto pensato da voi, e rientra nel progetto Giovani energie Picene, ce ne parlate?

«Il progetto ha visto il coinvolgimento diretto di giovani che circuitano intorno a centri di aggregazione spontanei o organizzati, sparsi nel territorio della provincia di Ascoli Piceno.

Nella prima fase “Sono niente senza te”, è stato realizzato un film-documentario dove sono raccolte interviste e discussioni su temi come la scuola, il territorio, l’amore, il rapporto tra generazioni. Si tratta di una fotografia inevitabilmente limitata dell’universo giovanile del nostro territorio ma preziosa per la sua spontaneità e per gli spunti di riflessione che offre.

Successivamente le suggestioni , le riflessioni, le idee generate dagli interventi hanno preso forma in uno spettacolo teatrale dal titolo Daimon, una sorta di microcosmo giovanile, regno dell’ambiguità, in cui entrano in conflitto il senso di impotenza,l’indifferenza e la volontà di reagire e di trovare il proprio demone, la propria identità. Da qui l’idea di OPEN: uno spazio aperto al futuro, al possibile, al diverso. OPEN, in definitiva, offre la possibilità ai tutti i giovani creativi presenti sul territorio di far conoscere la propria espressività».

“Sono niente senza te”, è un concetto soggettivo, di cosa non può fare a meno 7/8 chili e, secondo voi, di cosa non può fare a meno un giovane artista

«Il senso fondamentale della nostra ricerca si coniuga nella pedagogia sociale, concentrando l’attenzione sul giovane all’interno dell’attuale società e impegnandosi in un lavoro d’indagine che riesca a promuovere, sostenere, sviluppare, diffondere progetti ed esperienze di miglioramento, in cui i singoli e i gruppi possano riconoscersi. Le finalità sono la partecipazione, come dimensione qualitativa della relazione umana. Più che di arte parlerei di cultura forse, e di quello che si realizza senza proporsi esplicitamente di raggiungere questi obiettivi, ma esprimendo le proprie motivazioni, realizzando i propri interessi, arricchendoli nello scoprire quelli degli altri, nel riconoscerli e apprezzarli. Occorre tornare a considerare gli adolescenti come una risorsa per le generazioni future, attraverso decisioni che prevedano il giovane come elemento fondamentale della nostra società».

La vostra associazione è di Offida, perché Open a Grottammare?

«7-8 chili è nata ad Offida ma produce spettacoli ed eventi culturali anche in altre città.

L’idea di Grottammare è nata grazie al DEPART deposito delle arti, uno spazio del comune pensato e dedicato ai giovani. Questo spazio, nei pressi della stazione ferroviaria , si prestava benissimo per organizzare il nostro progetto, e l’amministrazione comunale di Grottammare a accolto con molto entusiasmo la nostra idea».

Che ne pensate del panorama culturale italiano?

«L’arte in Italia, tranne in alcuni casi, sembra legata sempre di più a elucubrazioni autoreferenziali distaccate dalla realtà.

Nel mondo c’è oggi tanta cultura commerciale che fa lavorare il mercato. La differenza tra le opere d’arte che si vedono allineate lungo qualche marciapiede, che di solito rappresentano una montagna o un vaso i fiori, e quelle esposte in qualche negozio d’arte, è soltanto una pretesa culturale di queste ultime».

Che consiglio dareste ad un giovane artista in senso largo, per farsi conoscere nella propria realtà

«Di pensare all’arte e alla cultura come fatto importante, come gesto di speranza, come momento di gioco, come qualcosa di personale e impersonale, come messaggio.

La realtà bisogna crearsela».