ASCOLI PICENO – La campagna elettorale non è ancora iniziata, ma non si può dire che, dalle parti di Piazza del Popolo, non sia subito andata al sodo. Al dané, per intenderci. Il candidato sindaco del Pdl Guido Castelli, infatti, rispondendo all’onorevole Luciano Agostini (Pd), che aveva invitato i candidati sindaci di Ascoli ad essere sobri nelle spese elettorali, scrive: «Per quanto mi riguarda sono stato educato al rispetto del denaro, proprio ed altrui. Chi (come il sottoscritto) un lavoro ce l’ha sa perfettamente quanto vale il sudore e il sacrificio. Sia nello studio che nell’esercizio di un mestiere. Mi sembra, però, doveroso ricordare ad Agostini che se ciascuno di noi deve rispetto al denaro proprio ne deve ancora di più a quello del contribuente».
Secondo Castelli Agostini «non è un campione di parsimonia»: «Non è forse Agostini ad aver avallato l’affitto milionario che l’ingegner Maresca ha siglato con un istituto privato ascolano per i locali che ospitano dal 2001 il Dipartimento di Prevenzione della Zona Territoriale n.13 a Campo Parignano? Si tratta di 240 mila euro all’anno che magari potevano essere patrimonializzati diversamente oppure utilizzati per la salute dei cittadini ascolani. Ora sembra che il nuovo Direttore di Zona voglia, fortunatamente, mettere le mani su questa faccenda. E’ un dato incontrovertibile, però, che la mancata approvazione da parte della Regione del progetto per il polo universitario ha prolungato in maniera abnorme il pagamento degli affitti milionari di Campo Parignano in favore dell’istituto privato (che ovviamente si frega le mani)».
Per l’agguerrito Castelli, però, le cose non terminano così: «Vogliamo parlare degli 11 milioni di euro che dovevano finanziare la Castrum, la nuova cantina di Castorano tanto voluta da Agostini quando era assessore all’Agricoltura e mai venuta alla luce? Oppure dei 266 mila euro erogati in appena 4 mesi, tra l’agosto ed il dicembre del 2007, in favore di una nota cooperativa di Offida per la promozione dei prodotti vinicoli marchigiani? Quasi mezzo miliardo del vecchio conio che stride a confronto della miseria (25 mila euro annui) con cui la Regione sostiene la Quintana di Ascoli. E potrei continuare all’infinito».