Ai vari segretari vorrei sottolineare che aderire ad un partito non significa perdere i propri diritti costituzionali:
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Infatti, il PD ha fatto proprio, alla lettera e nello spirito, l’articolo 21 della Costituzione Repubblicana. Dallo statuto:
Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica
E’ stata una grande conquista di democrazia, di libertà e civiltà. E queste correzioni sostanziali del PD nel regolare la sua vita interna costituisce un motivo aggiuntivo dello straordinario valore politico del Pd nella società italiana. Le critiche fatte a Gianluca Pasqualini hanno un sapore vagamente omertoso: “le critiche le puoi fare ma solo nel chiuso delle nostre sedi”, secondo il principio che i “panni sporchi si lavano in famiglia”.
Pasqualini non solo ha il diritto, ma ha il dovere di chiedere le dimissioni di un gruppo dirigente, se onestamente ritiene che le scelte compiute portano il Pd ad una sconfitta in un momento particolarmente delicato che costituisce una minaccia per la stessa sopravvivenza del PD.
Infine vorrei ricordare ai segretari che nel passato su analoghe prese di posizioni pubbliche non si è spesa una parola.

* ex deputato PCI