ASCOLI PICENO – Le fabbriche chiudono, i lavoratori vanno in cassa integrazione o peggio ancora. La politica, invece, litiga. E’ il caso del botta e risposta tra l’onorevole Amedeo Ciccanti (Udc) e il presidente della Provincia Massimo Rossi (Rifondazione Comunista).
In riferimento alla fallita trattativa di cessione della Ahlstrom ad un “fondo cinese”, Ciccanti aveva accusato di eccessivo protagonismo sia Rossi che il sindaco di Ascoli Piero Celani: «I due – scriveva Ciccanti – hanno fatto fallire per la loro vanità mediatica una trattativa in via di soluzione. A fine gennaio scorso, infatti, sembra che l’intermediazione di Andrea Maurizi si fosse concretizzata in un’offerta concreta di qualche decina di milioni da parte dei cinesi per rilevare la cartiera di Ascoli. La corsa inutile e solitaria al Ministero per lo Sviluppo economico di Celani e Rossi, per intestarsi elettoralmente la soluzione della crisi, dopo averne subdorato la probabile positiva conclusione, ha fatto fallire ogni rapporto a causa delle compromettenti dichiarazioni rilasciate. La leggereza del dottor Castano, dirigente del predetto Ministero, che si è fatto strumentalizzare da due politici in cerca di visibilità elettorale, oggi rischia di essere pagata da chi è senza lavoro. E’ comunque preoccupante il ‘verbale di intenti’ che i due rappresentanti locali hanno chiesto. Tutto lascia intendere come sempre più fondato il ‘chiacchiericcio’ locale di una probabile speculazione edilizia sull’area ex Cartiera, sul modello Sgl Carbon».
Rossi risponde per le rime: «Non è vero che la Provincia abbia preso l’iniziativa di “correre al Ministero”, perché è il Ministero dello Sviluppo Economico che convoca gli incontri. Secondo la tesi della Ahlstrom, l’accordo è fallito perché non è mai stato concretizzato in forma adeguata e perché era condizionato da elementi estranei alle possibilità dell’azienda, come la costruzione di una centrale di cogenerazione. Così come lo stesso gruppo interessato all’acquisto non ha mai contattato le istituzioni locali per affrontare il problema energetico».
I 140 dipendenti della cartiera picena, destinati alla mobilità, cosa dovranno sperare, nel frattempo? «Alle istituzioni pubbliche non interessa sapere chi ha ragione né commentare le modalità con cui si è svolta la trattativa – continua Rossi – Ci interessano i risultati e per questo, per saggiare la reale volontà della Ahlstrom di giungere ad una positiva conclusione della vicenda, ho chiesto ed ottenuto la sottoscrizione dell’intesa che prevede l’affidamento ad una qualificata società di mediazione dell’incarico di individuare un compratore, preferibilmente un imprenditore del settore della carta o, se questo non fosse possibile, un gruppo interessato ad una reindustrializzazione dello stabilimento e non certo, come adombra l’on. Ciccanti, ad una speculazione edilizia. Come sempre, c’è chi sproloquia pensando di catturare voti e chi, pur consapevole delle difficoltà, non si arrende e batte tutte le strade praticabili per salvare produzione e posti di lavoro. In questo momento, di tutto c’è bisogno meno che di gazzarra mediatica sulla pelle dei lavoratori».