ASCOLI PICENO – Il sindaco di Ascoli e candidato per il Pdl alla Provincia, Piero Celani, risponde alle critiche dei giorni scorsi avanzate nei suoi confronti dall’onorevole dell’Udc Amedeo Ciccanti.
In questi anni me ne hanno dette di tutti i colori. In un certo senso fa parte del gioco e un politico le deve mettere in conto. Ma sequestratore proprio mi mancava.
Secondo l’on. Ciccanti, infatti, terrei in ostaggio questa città. Nella storia criminale credo sia il primo caso di una città ostaggio di una persona. Anzi, no. Non una sola persona. Due. Anche per la fantasia del parlamentare ascolano una sola persona difficilmente può tenere in ostaggio circa 52mila persone e così mi ha accostato, sempre come sequestratore, Guido Castelli.
Accostamento che sul piano personale e politico mi onora ma come sequestratori, credo di interpretare anche il pensiero dell’amico Guido, proprio non ci vediamo.
Credo, invece, al contrario, che in questi dieci anni la città abbia respirato ben altra aria. Aria di pulizia, di rigore amministrativo, di crescita, di riqualificazione.
In questi dieci anni abbiamo cercato di recuperare il tanto, troppo, tempo perso e credo che molto sia stato fatto. Del resto il lavoro che abbiamo portato avanti è sotto gli occhi di tutti. Per noi parlano le opere.
Altro che ostaggi e sequestratori! E mentre qui si lavorava, qualcuno, forte anche della maggioranza di cui faceva parte, respirava la dolce aria romana.
Palazzo Madama prima ed ora Palazzo Montecitorio. Sì perché tra chi opprimevano la città turrita, c’era anche la forza politica espressione di Amedeo Ciccanti.
La città, vorrei ricordare al nostro onorevole, è stata governata in questi anni anche dall’Udc.
Rappresentanti di questa forza politica hanno sempre ricoperto ruoli di primo piano negli esecutivi che hanno guidato Ascoli. Che poi ora l’onorevole voglia disconoscere questa operatività è un problema, politico, tutto suo, del quale credo che debba rendere conto a quanti, con me, hanno lavorato con assoluta dedizione e spirito di servizio.
La delusione che prova per aver fatto parte dell’esperienza amministrativa di centrodestra, un uomo politico di lungo corso quale egli è se la poteva risparmiare così come quella lealtà che invoca quasi a giustificazione della sua presenza e della forza politica di riferimento nel centrodestra.
Credo che la verità sia ben altra. E la discontinuità politica tanto invocata saranno gli elettori a volerla o meno.
Ascoli, però, già da anni si è rialzata. Da anni ha rialzato la testa e guarda con orgoglio e serena fiducia alle impegnative sfide che l’attendono.
Ascoli non è più la città che Amedeo Ciccanti ha guidato da palazzo Arengo.
E’ una città molto cambiata rispetto a quegli anni. Anni magari dove la lealtà non esisteva nemmeno all’interno dello stesso partito e di cui non resta molta memoria.