GROTTAMMARE – Incidenti, allagamenti, parcheggi, sono diverse le situazioni portate all’attenzione in questi ultimi tempi riguardo la nuova pista ciclabile della Valtesino che costeggia la strada dall’incrocio della Piscina fino in zona Croce.

Che la situazione urbana sia nuova è evidente, da percorso utilizzato solo come collegamento è divenuta una strada di un quartiere, con le ovvie limitazioni del caso.

L’assessore provinciale ai trasporti, il ripano Ubaldo Maroni, è recentemente intervenuto sulla questione, affermando che «Se bisogna rallentare perché la strada è più stretta o prestare maggiore attenzione nelle immissioni dalle strade laterali, non credo che questo sia un disagio tale da mettere un discussione un’opera che va nella direzione di rendere più “umana” la vita di chi abita in quell’area».

All’assessore Maroni risponde il consigliere del Popolo delle Libertà Raffaele Rossi, affermando che di certo quel tratto della Valtesino era da riqualificare, ma che, attualmente, riscontra diversi problemi: «Ad ogni pioggia la strada provinciale, specialmente nel tratto ripano, si trasforma in un naviglio diventando pericolosa ed impraticabile e non è stato fatto niente per migliorare la situazione. A fronte delle due carreggiate ristrette a circa 7 metri, ci sono 4,70 metri occupati tra marciapiede e pista ciclabile, questi ultimi sono separati dalla carreggiata con un muretto di cemento alto 40 cm. Questa conformazione non permette vie di fuga, quindi alla benché minima distrazione si rischia l’incidente. Maroni per dare respiro a Merli nella spinosa questione, senza avere analizzato le dinamiche dei vari incidenti, continua a fare proclami incolpando alla velocità. Se gli incidenti avvenuti negli ultimi mesi – continua Raffaele Rossi – fossero stati generati dalla velocità ci sarebbero stati dei feriti gravi o addirittura dei morti, il fatto che ciò non è accaduto è già buona dimostrazione che la causa è un’altra, infatti, è la nuova struttura stradale che genera frequenti incidenti a bassa velocità. Gli oltre 250 mila euro spesi potevano essere impegnati meglio: Merli, Maroni e company dovrebbero ammettere di aver sbagliato».